Le indagini sono state svolte dagli uomini delle Fiamme Gialle del gruppo Fiumicino, guidati dal colonnello Ernesto Bruno, che nei mesi scorsi hanno avviato un'attività di intelligence e analisi dei dati relativi ai passeggeri in transito. Analisi che ha permesso di evidenziare come siano cambiati gli itinerari seguiti dai trafficanti: la nuova tendenza è infatti quella di effettuare diversi scali nelle capitali europee per rendere sempre più difficile l'identificazione del paese di origine.
Diversi i sistemi per nascondere la droga scoperti dai finanzieri: dai 7 kg di cocaina liquida nascosti in 6 barattoli di yogurt proveniente dal Perù, ai 400 gr infilati da un trafficante colombiano all'interno di un assorbente intimo, fino ai classici doppifondi nelle valige e l'ingerimento di ovuli. Un passeggero spagnolo proveniente da Buenos Aires si è sentito male dopo aver ingerito ben 75 ovuli per trasportare la droga attraverso la frontiera.
La cocaina proveniva in buona parte dall'America Latina, oltre al Perù, Argentina e Colombia. La qualità dello stupefacente era talmente alta che avrebbe consentito alle organizzazioni criminali di immettere sul mercato della capitale circa 1 milione di dosi per un giro di affari pari a circa 20 milioni di euro.
L'operazione della Guardia di finanza dello scalo aeroportuale è inserita in un programma di intensificazione delle operazioni di controllo durante l'estate.
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