Al mondo ci sono circa 7 miliardi e 700 milioni di schede sim attive, più della popolazione mondiale, e 5,3 miliardi di utenti attivi. La spinta è legata in particolare alla crescita dei mercati cinese e indiano (le cui utenze nel trimestre sono cresciute rispettivamente di 19 e 17 milioni).
Insomma, tanto è cambiato dal 9 gennaio 2007, quando Steve Jobs presentò al mondo l'iPhone e i competitor rimasero al palo. È proprio di oggi infatti la notizia, diramata dagli analisti di Counterpoint Research, che Apple non è più il secondo produttore di smartphone al mondo. A scalzarlo Huawei, che nel 2007 si affacciava appena nel mercato globale, e che oggi vende meno soltanto di Samsung. I punti deboli dell'azienda cinese, secondo Peter Richardson, direttore di Counterpoint, sono l'Asia meridionale, dove invece il colosso coreano è molto forte. Dalla sua però Huawei ha un trend in continua crescita e investimenti enormi in ricerca e sviluppo, soprattutto in intelligenza artificiale.
Poco potrà cambiare con il lancio del nuovo iPhone, il 12 settembre. A fare la differenza è l'eterogeneità dei prodotti di Samsung e Huawei, che spaziano dai telefoni low cost all'alta gamma, mentre Apple continua nella politica dell'esclusività. Una scelta che comunque paga, se si guarda alle vendite dei singoli modelli. I melafoninini continuano a essere i singoli modelli più venduti.
Per ora la battaglia la stanno vincendo Samsung e Huawei. Ma la guerra è lunga, e la pace ancora lontana.
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