Risonanza magnetica per pochi intimi,
il Nas apre un'inchiesta e la Asl fa
un richiamo al direttore dell'ospedale

L'ospedale di Sora
di Pierfederico Pernarella
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Venerdì 8 Settembre 2017, 15:42
Il caso della risonanza magnetica, formalmente fuori uso, ma utilizzata per pochi intimi, finisce sotto la lente dei carabinieri del Nas. Nei giorni scorsi, dopo la denuncia della Fials, gli uomini del nucleo antisofisticazione dell’Arma, agli ordini del comandante Maurizio Santori, hanno effettuato un accesso al reparto di radiologia dell’ospedale “Santissima Trinità” di Sora per acquisire documentazione e altri elementi utili a ricostruire quanto accaduto. Al momento non ci sono indagati, ma da indiscrezioni trapela che le denunce fatte del sindacato abbiano trovato più di qualche riscontro. Le indagini del Nas sono ancora in corso. Ad oggi quello che si può dire è che c’è stato un uso quantomeno anomalo, per non dire “abusivo”, del macchinario. Ora le indagini dovranno appurare chi ha autorizzato l’utilizzo alla chetichella, a favore di chi e perché. Il sospetto è che chi aveva la possibilità di accedere alla risonanza magnetica possa aver fatto una eccezione per familiari e conoscenti.
LE TRACCE DEGLI ESAMI
Nel sistema del macchinario, che non può essere modificato a posteriori, c’è la traccia di tutti gli esami eseguiti e anche dei nominativi. In tutto, i casi sospetti sarebbero oltre cinquanta. Una volta raccolti tutti gli elementi e ricostruito il quadro, gli investigatori del Nas, nel caso in cui dovessero essere ravvisate irregolarità (penali, contabili o amministrative) prepareranno l’informativa da inviare alle autorità giudiziarie di competenza.
IL RICHIAMO DELLA ASL
Sulla vicenda, dopo la segnalazione a firma dell’avvocato Giuseppe Tomasso, per conto del segretario provinciale del sindacato Francesco D’Angelo, si è mossa anche la direzione della Asl. Il commissario straordinario Luigi Macchitella, dopo aver chiesto e ottenuto chiarimenti, ha fatto un richiamo verbale (la sanzione più lieve) per omessa vigilanza al direttore dell’ospedale di Sora, Massimo Meneghini. A conferma, appunto, che più di qualcosa non torna.
L’ESPOSTO
Il caso della risonanza magnetica dell’ospedale di Sora è stato svelato dalla Fials in un dettagliato esposto inviato a tutte le autorità competenti. Il macchinario, in passato in dotazione all’ex ospedale di Frosinone, venne portato al “Santissima Trinità” di Sora. Ha funzionato per pochi mesi, successivamente, a causa - si disse - della carenza di medici, non è stato più utilizzato e la lista di attesa è stata bloccata. Dal 2015 la risonanza, formalmente, risulta inutilizzabile.
In realtà non è stato così. Stando a quanto è riuscita a documentare la Fials, tra il 2016 e il 2017, nonostante la lista di attesa bloccata, sarebbero stati eseguiti oltre cinquanta esami. Soltanto per una parte di questi, 19 per la precisione, risulta il passaggio al Recup per il pagamento o l’esenzione del ticket.
In entrambi i casi, con o senza il ticket, ha sottolineato la Fials nell’esposto, si tratta di «accessi forzati in quanto la lista di attesa al Recup risulta bloccata». Tanto è vero che i pazienti ricoverati al “SS. Trinità” che necessitano di una risonanza vengono trasportati a Frosinone o Cassino. Con tutto ciò che ne consegue, ha sottolineato la Fials, sotto il profilo anche dei costi: spese per il trasporto ma anche per i giorni di degenza in più in attesa dell’esame. Spese a cui vanno aggiunte anche quelle di manutenzione per mantenere in tensione il magnete pronto per l’utilizzo.
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