Oscurare il "fattore Roma": la nuova emergenza M5S

Raggi (LaPresse)
di Mario Ajello
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Martedì 12 Settembre 2017, 08:55 - Ultimo aggiornamento: 22:04

Tra i 5Stelle, dove non ha tanti amici, nessuno vuole infierire troppo su di lei, perché sarebbe «come sparare sulla croce rossa», come Virginia Raggi scrisse in un tweet del 2015 dedicato a Ignazio SottoMarino durante il terzo allagamento di Roma in quella consiliatura.

Però, tra il caso acquazzone (e il cinguettio boomerang sui gommoni), l'ultima uscita sui tombini che si attappano per colpa del riscaldamento planetario (un complotto dei frigoriferi avrebbe potuto raffreddare l'ecosfera), la chat di Marra e Sammarco con le nuove rivelazioni (la sindaca guidata dal suo amico avvocato ed ex professore) e la possibile tegola del rinvio a giudizio che potrebbe arrivare a giorni riguardo alla promozione (con 20.000 euro di stipendio in più) del fratello di Marra, c'è come un vapore acqueo di imbarazzo e quasi di rassegnazione, da parte dei 5Stelle, a proposito di Virginia o di SottoVirginia. E l'ennesimo caso Roma piove, è il caso di dire, proprio nel momento sbagliato. Mentre i pentastellati stanno per andare a Rimini, dal 22 al 24 settembre, a festeggiare la loro capacità di governo, che Luigi Di Maio (straprobabile vincitore delle primarie e quindi candidato premier) estenderà all'Italia intera, se riusciranno a vincere le elezioni.

IL PUNTO DEBOLE
E come si farà con la Raggi a Rimini? Escluderla non si può: sarebbe una clamorosa ammissione di colpa, cioè di inadeguatezza amministrativa. E allora s'è deciso che ci sarà, ma va tenuta bassa. Nessuna passerella, come lo scorso anno alla festa nazionale a Palermo, dove cantava e ballava tra le ovazioni. E' previsto soltanto un suo breve discorsetto: abbiamo fatto questo, abbiamo fatto quest'altro... Il «bello, bellissimo» di 12 mesi fa non sarà replicabile in questa kermesse cruciale, che lancia il format di governo pentastellato per Palazzo Chigi su cui incombe però il Campidoglio. «Siamo consapevoli», osserva uno dei big M5S, e così la pensano un po' tutti, «che Roma è il nostro punto debolissimo».

Così debole che Di Maio se ne tiene ben distante. Qualcuno lo ha mai visto in Campidoglio? Macché. E Grillo, nelle sempre più sporadiche gite nella Capitale, vede i consiglieri comunali (anche per non farli azzuffare troppo tra di loro) piuttosto che la sindaca. La linea M5S, già prima dell'alluvione e dopo ancora di più, è quella del «sia lei a metterci la faccia» e noi pensiamo a vincere in Sicilia e poi in Italia. Come se Roma non ci fosse, ma Roma c'è. L'Urbe verrà sterilizzata a «caso locale» nella festa governista di fine mese. E la Raggi, nella parte delle pudenda dei 5 stelle da non scoprire, non avrà i riflettori addosso. Perché rischierebbero di provocare il black out nel circuito elettrico che deve portare Giggino al potere.

E dunque tra chat e tweet, tra manutenzione flop e caso giudiziario, Virginia che doveva essere la portabandiera della nuova classe dirigente dell'Italia che sarà, finisce per diventare un cruccio da non ostentare. La vedono caduta, tra l'altro, nei difetti che lei (e loro) rimproverava alle passate gestioni di Roma. Il 16 luglio del 2015, per esempio, postò una foto su Facebook in cui si vede la squadra degli assessori di Marino e sul volto di alcuni c'è una X rosso fuoco: a indicare quelli che sono stati bruciati e rimossi.

«E nessuno restò. Cit», è il commento di Virginia, con un chiaro riferimento a «Dieci piccoli indiani» di Agatha Christie. Quante crocette si vedono? Sette. Mentre sarebbero 17 le X che, in un'eventuale foto analoga, Virginia dovrebbe ora disegnare, perché questo è il numero degli assessori cambiati nel suo anno e 4 mesi di sindacatura. Ed ecco un vecchio tweet: «Sulle buche serve più amministrazione che vigili» (poi è andato via Marino e sono arrivati gli amministratori delle buche). Il cinguettio di tipo acquatico (come quello del «gonfiate i gommoni») è un filone nel filone anche con venature profetiche: «Roma è bloccata dalla pioggia, e si può ipotizzare che talvolta la prevenzione sia opportuna» (6 novembre 2014). «Piove ovunque e fin dentro gli autobus, ed è ora che i responsabili di questo sfacelo comincino a pagare i danni che hanno causato» (5 marzo 2015). Oppure, nella categoria che si sarebbe rivelata autobiografica: «Non potete continuare a promettere cose che avete dimostrato di non saper fare».

L'AIUTINO
Quando l'Oref criticò il bilancio di Marino, il tweet del 21 giugno 2015 ammonì: «E' un organo indipendente che va ascoltato».

Quando poi lo stesso Oref avrebbe bocciato il bilancio della giunta Raggi, cominciarono a partire attacchi contro questo organo considerato al servizio dei nemici. Ma «si può credere ancora a un sindaco la cui parola viene smentita?» (7 ottobre 2015, sempre contro Marino). Poi Virginia sarebbe stata smentita nel suo «ho fatto tutto da sola» sulla nomina di Marra fratello. E il 13 settembre 2015, alle 11,48, pubblica queste righe: «I partiti rispettino i requisiti. Iniziano a cacciare condannati e indagati?». Nel caso di Raggi, il sopraggiungere del Codice etico M5S, garantista, ha dato un aiutino. Ma se davvero per lei arriva il rinvio a giudizio, non sarà una festa troppo festosa quella di Rimini. E per di più, si teme che possano arrivare pattuglie cammellate agli ordini di Mazzillo, l'ultimo assessore al Bilancio mandato via, che ha il dente avvelenato contro il Campidoglio.

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