Trascinata e uccisa dall'auto dell'ex, neanche il gip crede a Giuseppe: è omicidio volontario

Trascinata e uccisa dall'auto dell'ex, neanche il gip crede a Giuseppe: è omicidio volontario
di Ferdinando Bocchetti e Cristina Liguori
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Martedì 12 Settembre 2017, 10:14 - Ultimo aggiornamento: 13 Settembre, 11:26
Resta ai domiciliari Giuseppe Varriale, il 24enne accusato di aver provocato la morte dell’ex fidanzata Alessandra Madonna. Il gip Barbara Del Pizzo della Procura Napoli nord ha confermato il capo d’imputazione (omicidio volontario) formulato dal pubblico ministero ma non ha optato per l’aggravamento della misura cautelare. L’udienza di convalida, che si è tenuta ieri, è durata poco meno di trenta minuti. Nel corso dell’interrogatorio Giuseppe ha fornito al magistrato la propria versione sulla dinamica dell’incidente, confermando - come anticipato nei giorni scorsi dal suo legale, l’avvocato Nicola Pomponio - di «non essersi accorto che Alessandra si era aggrappata alla sua autovettura».

Il 24enne ha ripercorso le fasi antecedenti al ferimento della ragazza con cui aveva avuto una relazione per cinque anni: «Ho incontrato Alessandra in un locale di Coroglio. Ero lì per una festa di compleanno. Anche Alessandra si trovava in quel locale, ma per motivi di lavoro. Abbiamo scambiato qualche battuta, lei mi ha chiesto chiarimenti sulla rottura della nostra relazione. Le ho risposto di volerle ancora bene, ma che la storia era da ritenersi chiusa per diversità caratteriale. A quel punto - ha proseguito - sono tornato dai miei amici. Uscito dal locale, Alessandra ha provato a contattarmi telefonicamente. Almeno tre volte, ma non ho risposto alle sue chiamate. Me la sono ritrovata accanto con la sua auto nei pressi di Capodichino. Mi ha chiesto di fermarmi, ma ho preferito proseguire».
 


Giuseppe si è poi soffermato su quanto accaduto poco dopo, intorno alle 3,30, all’esterno della sua abitazione di via Cesare Pavese, dove la ballerina di Melito lo aveva nuovamente raggiunto. «Una volta arrivato davanti al cancello del mio parco - ha aggiunto il giovane di Mugnano - ho notato l’auto di Alessandra. Lei è scesa e mi ha seguito a piedi fino al secondo cancello elettronico. Ho abbassato il finestrino del lato guida e le ho detto che non era il caso di insistere. Capendo che non aveva alcuna intenzione di lasciar perdere, ho deciso di andarmene per rincasare in un secondo momento. Così ho fatto inversione e me la sono trovata nuovamente sul lato sinistro. Avevo il finestrino abbassato e le ho ripetuto di andare via. A quel punto ho ingranato la marcia e sono partito, ma dopo pochi metri ho sentito un rumore di tacchi sull’asfalto, come se qualcuno mi stesse rincorrendo. Mi sono fermato e sono sceso dall’auto - ha concluso il 24enne - solo allora mi sono accorto che Alessandra era a terra, riversa in una pozza di sangue, con il volto rivolto verso l’alto. Nonostante la paura, l’ho presa in braccia e appoggiata prima sul sedile anteriore e poi posteriore. Poi la corsa in ospedale».

Il pm Valeria Palmieri, presente all’interrogatorio, ha lasciato parlare Giuseppe, rivolgendogli un’unica domanda relativa a un frammento della cintura di Alessandra ritrovato all’interno della sua Range Rover. Varriale non ha saputo fornire spiegazioni sulla presenza di quel frammento, ma ha ipotizzato che sia «rimasto incastrato lì quando ho caricato Alessandra in auto per portarla in ospedale». La versione non ha convinto il giudice per le indagini preliminari, che ha invece avallato la tesi del pm Palmieri (omicidio volontario), non ritenendo tuttavia necessario l’aggravamento della misura cautelare. Sono essenzialmente due le ipotesi in campo circa la dinamica dell’incidente che ha provocato la morte di Alessandra: la ragazza potrebbe aver tentato di salire a bordo della Range Rover e a quel punto, spinta verso l’esterno del veicolo da Giuseppe, un lembo della sua cintura si sarebbe impigliato nella portiera. Giuseppe sarebbe poi partito trascinando Alessandra per alcuni metri. L’altra ipotesi vedrebbe la 24enne aggrappata alla parte laterale o posteriore del veicolo, senza mai entrare in auto. A fare chiarezza saranno i risultati dei rilievi tecnici eseguiti dai carabinieri di Giugliano e dell’esame autoptico previsto per oggi. Chi ha visto il corpo della bellissima ballerina racconta di gambe e braccia piene di lividi, quasi martoriato. Ora quei segni dovranno fornire una spiegazione su quanto accaduto.

I funerali della ragazza si svolgeranno domani mattina alle 11 presso la chiesa situata in Piazza Santo Stefano a Melito. Sono attesi decine e decine di giovani. Alessandra infatti era una ragazza molto conosciuta. Lavorava come pr in numerosi locali della provincia di Napoli. E aveva un cuore d’oro: durante i suoi momenti di pausa dedicava il suo tempo ai bambini malati. Sul suo profilo Facebook è facile trovare foto che la ritraggono insieme ad alcuni piccoli affetti da malattia. Gli amici su Facebook esprimono ancora dolore e sconcerto per una morte che viene ritenuta assolutamente assurda. La giovane è descritta come una ragazza solare e vivace attaccata alla vita alla famiglia e soprattutto alla madre Olimpia. Quella madre che quando ha scoperto del decesso della figlia è scappata via dall’ospedale facendo perdere le sue tracce per diverse ore. Inutili le telefonate delle amiche e dei parenti, la donna aveva in mente un pensiero fisso: togliersi la vita. E proprio per questo motivo è salita a bordo della sua vettura ed è arrivata fino a Varcaturo dove ha tentato di suicidarsi con una bombola del gas. Olimpia è attualmente ricoverata presso l’ospedale di Pozzuoli dove, ancora sconvolta e incredula per quanto accaduto, chiede continuamente della figlia.
 
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