Il futuro di bots e chatbots: «Ma l'intelligenza artificiale è utile solo quando è etica»

Il futuro di bots e chatbots: «Ma l'intelligenza artificiale è utile solo quando è etica»
di Alessandro Di Liegro
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Martedì 12 Settembre 2017, 17:58

Secondo il Bot traffic report su internet il 51,8% degli utenti sono rappresentati da bot e non da umani. Di questi, il 22,9% sono good bot mentre il restante 28,9 bad bot. La media consultant e autrice – in prossima uscita il suo “Telegram, perché” - Rachele Zinzocchi ha parlato nella Sala Deluxe della Casa del Cinema di intelligenza artificale, bot e chatbot e di un modo etico per utilizzarli. I bad bots sono quelli messi in circolo dagli hacker per prendere dati furtivamente, o persino rubare identità, come gli impersonator. Nella categoria dei bad bot per il 5° anno consecutivo gli impersonator bot sono i dominatori.

Ancora dati, utili a comprendere la rilevanza dell': il 94,2% dei siti su internet ha sperimentato un attacco bot. Secondo il Forrester report, che ha realizzato un'indagine sulle 500 principali aziende su Fortune, solo il 4% utilizza chatbot e il 13% ha una minima presenza su Facebook Messenger. Nonostante ciò sull'app di chat di Facebook sono state rilevati ben 34.000 bot connesse a queste aziende. È dello scorso anno la notizia di un cambio di rotta della policy di Fb per cui ora è possibile inviare pubblicità tramite Messenger, dove sono già presenti i “discovery brand bots”. Twitter non è esente da bad bots: più di 48 milioni di utenti attivi potrebbero essere bot.

È evidente come il problema sicurezza sia centrale, in special modo per quanto riguarda privacy e dati personali: Whatsapp, per esempio, funziona come una finta cassaforte perché se è pur vero che i dati utilizzano una crittografia end to end, è anche vero che le chiavi di questa tecnologia sono in mano a un privato, che può fare di questi dati ciò che vuole, avendo le chiavi della crittografia.

L'Internet of Things è l'ultima delle innovazioni sui quali l'intelligenza artificiale ha posato gli occhi, perseverando nelle medesime problematiche: «vi sentireste al sicuro a parlare a un'aggeggio elettronico che invia i vostri dati a un server da qualche parte del mondo?» chiede Zinzocchi.

La nuova frontiera del marketing, secondo Zinzocchi è la fiducia: «il cliente chiede “Azienda aiutami, e io ti seguirò». Si possono implementare bot e AI come strumenti che possono essere buoni o cattivi e tutto sta nel come si usa. La loro mission, come è scritto nel “Bot rulebook” è di aiutare l'uomo. I bot possono essere semplici ma devono asservire alla propria funzione, e questo viene replicato nel “Botifesto”, il manifesto dei bot, pubblicato il 23 febbraio 2016.
 

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