L’amministrazione Ottaviani ha deciso poi di impugnare di fronte al Tar l’atto regionale. Ma il ricorso è arrivato solo il 4 luglio. In base alla sentenza del Tar di Latina, ora, quel ricorso del Comune è irricevibile, perché arrivato a 61 giorni (il termine è di 60 giorni) dalla notifica al Comune dell’atto regionale. Ma c’è di più. Dal Tar infatti arrivano delle bacchettate nei confronti dell’amministrazione comunale. I giudici amministrativi evidenziano che il ricorso non ha fondamento giuridico, visto che il Comune in questi anni non ha eseguito gli impegni assunti nell’Accordo di programma (approvazione del progetto definitivo ed esecutivo della Variante Casilina nord). Il Tar sottolinea anche che il Comune ha perso l’ultimo treno per non veder sfumare quel finanziamento. Infatti, con una nota ufficiale dell’ottobre 2012, la Regione aveva invitato il Comune a inoltrare una richiesta di deroga, al fine di non perdere il contributo regionale per la Variante. Ma a quell’invito il Comune non ha risposto. Inoltre nel 2014 la Giunta Ottaviani aveva cancellato la Variante dal programma delle opere pubbliche per assenza di risorse. A luglio l’assessore ai Lavori Pubblici Fabio Tagliaferri aveva spiegato, con una nota ufficiale, come gli oltre 5 milioni non sarebbero mai bastati per realizzare un’opera «sui 10 milioni di euro» aggiungendo che «risulta difficile immaginare la realizzazione di questa opera di collegamento, a distanza di 24 anni» in assenza anche della rotatoria al casello. Sulla posizione dell’amministrazione era andata all’attacco, dal Pd, la consigliera comunale Alessandra Sardellitti. Sollevando anche il problema del ricorso fuori tempo. «Per quale motivo si va di fronte al Tar, affrontando un ricorso con dei costi per il Comune, contro la revoca di un finanziamento che l’amministrazione in questi anni non ha difeso?» aveva chiesto la Sardellitti a luglio. Ora il Comune perde su tutta la linea. Il finanziamento è perso, il Comune è stato condannato a pagare 1500 euro per le spese di giudizio di fronte al Tar e la Regione rivuole i 516mila euro. Cifre che da Roma potrebbero recuperare attraverso compensazione (fra crediti e debiti) o riscossione coattiva nei confronti del Comune.
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