Venezia, The Future of science: ecco come vivremo fra 20 anni

Venezia, The Future of science: ecco come vivremo fra 20 anni
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Giovedì 21 Settembre 2017, 20:20 - Ultimo aggiornamento: 25 Settembre, 19:14
Provare a disegnare la vita di domani, immaginando l'impatto delle scoperte scientifiche; aprire una finestra sul futuro che verrà, partendo da quello che si sta costruendo già nel mondo di oggi. È la missione di The Future of Science, la Conferenza internazionale promossa da Fondazione Umberto Veronesi, Fondazione Giorgio Cini e Fondazione Silvio Tronchetti Provera, che ha aperto i battenti oggi a Venezia sull'Isola di San Giorgio nella sede della Fondazione Cini, per concludersi domani, venerdì 22 settembre.

Le promesse della medicina di precisione, la nutrizione come leva per la prevenzione delle malattie e il supporto alle cure, le continue rivoluzioni della genomica, del sequenziamento del Dna e dell'editing genetico, sono al centro della XIII edizione The Lives to Come. Sullo sfondo i Big Data, un'infinità di informazioni che continuano ad arrivare grazie alle tecnologie digitali e che stanno accelerando i cambiamenti, accumulando conoscenze sull'interazione tra salute e ambiente.

In questa continua corsa in avanti, «la scienza deve uscire dalla torre d'avorio», ripeteva con insistenza Umberto Veronesi, il grande oncologo italiano morto a fine 2016 a Milano. «Se si isola rischia di esaurirsi», avvertiva, cercando di spiegare al mondo l'importanza del sostegno alla scienza e ai suoi valori. Il suo pensiero rimane alla base di The Future of Science, e torna nelle parole del figlio Paolo, presidente della Fondazione Veronesi: «Occorre sostenere la ricerca e allo stesso tempo rendere la società informata sul piano scientifico, attraverso una corretta divulgazione. È arrivato il tempo di rimettere la scienza al centro del dibattito pubblico e la Conferenza avrà soprattutto questo obiettivo», ha spiegato. «In futuro, come oggi, avremo bisogno di persone informate capaci di prendere scelte dettate non dalla paura ma dalla razionalità e dalla conoscenza».

«Interrogarsi sul mondo in cui vivremo tra 20 anni - ha aggiunto Chiara Tonelli, presidente di The Future of Science e prorettore alla Ricerca dell'università degli Studi di Milano - è un requisito fondante della capacità di interpretare il mondo in cui viviamo oggi. I temi che tratteremo sono quelli che Umberto Veronesi aveva riconosciuto come prioritari diversi anni fa, in primis la nutrizione come elemento di prevenzione delle malattie e di supporto alle cure. Oggi sappiamo che ciò che mangiamo regola l'attività dei nostri geni. In un domani non lontano potrebbe essere potenziato l'uso di cibi che garantiscano il buono stato di salute della persona sana e una migliore risposta alle terapie: anch'esse destinate a essere cucite su misura del paziente».

E ancora, sono sempre più concrete le possibilità di diagnosticare precocemente le patologie, di valutarne il rischio e di trattarle su base personalizzata grazie a terapie innovative (dai farmaci biologici a quelli immunoterapici). The Future of Science vede anche quest'anno a confronto i più illustri esponenti del mondo accademico scientifico, e non solo. Un argomento fondamentale è quello dell'etica legata al rapporto tra scienza e tecnologia, dove anche le imprese possono assumere un ruolo importante.

«Dobbiamo fornire ai giovani gli strumenti adeguati per essere preparati alle nuove professioni, sempre più specializzate, che stanno nascendo per effetto della rivoluzione digitale.
La Fondazione che presiedo - ha sottolineato Marco Tronchetti Provera - opera in questa direzione, ma per ottenere risultati concreti è necessario un impegno corale che coinvolga soggetti privati e pubblici». La ricerca scientifica, ha evidenziato Giovanni Bazoli, presidente della Fondazione Giorgio Cini, «è una delle colonne portanti della conoscenza ed è fondamentale sia per lo sviluppo della società sia per la crescita economica. Solo una società che sappia utilizzarne le conquiste, nel quadro di solidi valori etici e civili, potrà garantire una qualità della vita in grado di contrastare malattie, povertà e decadenza». 
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