dell’automobile anche senza
la notifica dell’avviso
da parte dell’esattore
@SentenzeOdierne
Via di Porta Portese, una notte di settembre. La strada è illuminata dai lampeggianti blu dei carabinieri, durante uno dei consueti posti di blocco per le vie della città. «Patente e libretto», dice il militare all’automobilista che è stato appena fermato. E che, nella sua testa, inizia subito a chiedersi se sia tutto in regola, in una check list che ricorda quella dei piloti di aerei. Il controllo supera i dieci minuti: «Ci sarà qualche problema con la banca dati», pensa fra sé e il conducente ignaro di quello che gli sta per accadere. A un certo punto, il carabiniere bussa al finestrino: «Può scendere per favore?». Panico. «Forse mi vorranno fare l’alcol test», si chiede il guidatore, ormai allarmato.
«Questa macchina non può circolare, perché sottoposta a fermo amministrativo per una cartella esattoriale non pagata», dice il militare, vagamente imbarazzato quando annuncia l’importo della multa: 700 euro. Il conducente chiede spiegazioni e riesce a sapere che quel fermo è in vigore da 3 mesi. E, quindi, per tutto questo tempo ha circolato senza che potesse farlo: in caso di incidente la sua assicurazione non avrebbe pagato un euro. Il giorno dopo, inizia la via Crucis dei call center per scoprire che i fermi amministrativi non sempre vengono preavvisati. Le tasse vanno pagate, certo, e lo Stato ha il dovere di rientrare in possesso di somme di denaro che gli sono dovute: ma non sarebbe più giusto mettere i morosi in condizioni di evitare di incorrere in altre sanzioni? Basterebbe una raccomandata.
marco.pasqua@ilmessaggero.it
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