Attenti ai maniaci delle offese al volante

di Raffaella Troili
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Mercoledì 4 Ottobre 2017, 00:05
Siano benedette quelle persone che ti sorridono quando le incroci, anche senza un motivo
@Fede_Acco

I nuovi barbari si affiancano, si avvicinano al finestrino e offendono ma tu non sai perché. Vanno di fretta, mettono fretta, non rispettano le regole, eppure sono sempre arrabbiati. Così chi deve girare a destra e rallenta o si ferma per far passare più di un pedone sulle strisce rischia di venire investito da clacson e parolacce. Il motivo? Non c’è. La città è stressante, caotica, così passa l’idea che si può fare tutto, vietato rallentare, anzi all’incrocio si spinge sull’acceleratore, il vecchietto? si sbriga; l’auto in panne? s’attacca. Una giungla incarognita, che vede nemici ovunque, sembra sfogarsi al volante. Non c’è pietà per l’uomo col cappello che sappiamo tutti come guida, per il furgoncino delle suore, per il giovane che sta facendo pratica con la macchina. In una città allo sbando i prepotenti pensano di aver ragione e basta. Inchiodano e scendono dal motorino, si appiccicano con padri di famiglia per motivi a loro sconosciuti, si affacciano dal finestrino pronti a lanciare minacce esagerate. Le liti in strada sono sempre più frequenti, il minimo è tirar dritto, il massimo farsi una risata. Sempre che il prepotente non interpreti quel sorriso come una sfida. Attenti anche a parlare al telefono quando si sta al volante, ostentate bene l’auricolare, perché non il vigile ma il prepotente potrebbe pensare che state rispondendo a lui, che cercate rogna. E a quel punto, ecco fatto, l’energumeno/a si affianca, biascicando parole che la rabbia renderà incomprensibili. Per fortuna, così non ci si resta male. 

raffaella.troili@ilmessaggero.it
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