Appunto, le fiamme. Quella notte il rogo ha divorato i macchinari che sono stati tutti sostituiti. Pesantemente danneggiati anche gli uffici con tutto il materiale contenuto. Si sono salvate solo alcune parti portanti della struttura, da cui si è ripartiti per la ricostruzione. I lavori si sono anche concentrati sull’implementazione della sicurezza antincendio. “Abbiamo installato sistemi di rilevazione incendi più efficaci, nonché strumenti di sicurezza attivi e passivi che ci consentono di essere più tranquilli sia nella prevenzione di futuri incidenti sia nell’eventualità che capitino, allo scopo di contenere i danni alle cose”, rivela l’ad. Sul dolo di giugno, non si sbilancia: “ Ancora non abbiamo capito cosa sia successo, non abbiamo avuto riscontri dagli inquirenti”, risponde.
Sul fronte della gestione dei rifiuti, intanto, l’emergenza è rientrata in toto. Per un paio di mesi, i camion carichi di indifferenziato hanno fatto la spola tra la Toscana e l’Umbria, dove venivano lavorati i rifiuti e nel primo caso anche interrati. Una scelta dettata dall’emergenza che ha portato i costi a lievitare dai 125-130 euro a tonnellata ai 170-190. Ecologia Viterbo inizialmente ha avvertito i Comuni che avrebbe chiesto loro la differenza, scatenando le ire dei sindaci. Poi, tutto è rientrato, anche perché da settembre l’immondizia viene tutta lavorata a Monterazzano da due trito-vagliatori autorizzati dalla Regione. “Siamo riusciti a soddisfare il fabbisogno in autonomia e a ridurre i costi coi Comuni. A consuntivo, quando l’impianto di Casale Bussi riprenderà a pieno regime, vedremo che cifre vengono fuori. Ma sono fiducioso”, assicura Lombardi. Sul fronte occupazionale, infine, nessun problema: tutti gli operatori rientreranno al lavoro, anzi Ecologia Viterbo conta di aumentarli, assumendo qualche unità in più nei prossimi mesi.
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