Se sul bus la legge non è uguale per tutti

(Foto di Cecilia Fabiano/Ag.Toiati)
di Marco Pasqua
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Lunedì 9 Ottobre 2017, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 12:27
Istigazione al razzismo
da parte dei controllori
in autobus. Abbiamo anche
questo. No comment.

@alprazolamaiosa

È difficile spiegare perché per alcuni controllori in servizio sui bus Atac esistano passeggeri di serie A e B. Perché ad alcuni venga chiesto il biglietto e ad altri no. Perché rispetto ad alcuni portoghesi sia più comodo chiudere un occhio, che fermarsi, chiamare i vigili e procedere ad identificazione e multa. E, infine, perché si debba esibire il biglietto ad un verificatore che ha appena omesso di chiederlo all’abusivo di turno. A chiederselo, e spesso, è stato anche lo Youtuber Damiano Er Faina, un milione di seguaci (di cui 350mila di Roma), che commentano ogni giorno video con visualizzazioni da record. «Per sei mesi mi è stata ritirata la patente - racconta - e così mi sono arrangiato con i mezzi pubblici».

Al di là delle difficoltà a raggiungere il Centro, dalla periferia Est in cui vive, l’aspetto più deprecabile di questi viaggi era la frustrazione di fronte ai controllori. «Per due volte sono entrati nell’autobus in cui mi trovavo e non hanno chiesto il biglietto ad alcuni stranieri», spiega la webstar. «Entrambe le volte ho chiesto a quel dipendente di Atac perché non pretendesse il biglietto da quei passeggeri non in regola - aggiunge Er Faina - e loro, con una naturalezza imbarazzante, mi spiegavano che tanto era inutile e che, comunque, non avrebbero ottenuto un euro». Alla fine lo Youtuber ha smesso di prendere il suo 314, in favore delle opzioni più efficienti offerte dal car sharing. Ma un dubbio rimane: le regole sono davvero uguali per tutti gli utenti dei mezzi pubblici?

marco.pasqua@ilmessaggero.it
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