Roma, la spesa per nuovi impiegati supererebbe i 200 milioni e il Comune è già in profondo rosso

Roma, la spesa per nuovi impiegati supererebbe i 200 milioni e il Comune è già in profondo rosso
di Lorenzo De Cicco e Giuseppe Gioffreda
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Martedì 10 Ottobre 2017, 07:59 - Ultimo aggiornamento: 08:09
Nel libro dei sogni, se il governo permettesse mai a un ente squassato da debiti miliardari di ingaggiare altri 8mila dipendenti, per l'amministrazione M5S si porrebbe un problema non proprio marginale: chi paga? Calcolatrice alla mano, l'infornata di nuovi impiegati, vigili urbani e insegnanti potrebbe costare alle disastrate casse di Palazzo Senatorio quasi 200 milioni di euro l'anno. Un dipendente medio - in gergo tecnico «di fascia C» - costa ogni anno al bilancio della Capitale circa 22mila euro. Moltiplicato per 8mila, fa 176 milioni. Non poco per un Comune che deve finire di ripagare il suo debito da 13 miliardi accumulato fino al 2008 e ancora sotto commissariamento, oltre al debito nuovo, anche questo a nove zeri, germogliato negli anni seguenti. Senza considerare le condizioni disastrose delle società partecipate del gruppo Roma Capitale, anche quelle in profondo rosso, vedi l'Atac alle prese col difficile concordato preventivo sotto il controllo del Tribunale fallimentare.
Oggi i 23.068 dipendenti di Roma pesano sui conti capitolini per 982.444.486 euro, di cui oltre 430 milioni per i dipendenti di fascia media, la C, appunto. Questo dice l'ultimo rapporto interno sui dipendenti capitolini. Lo stesso che svela come il personale del Campidoglio abbia un'età media decisamente avanzata: quasi il 60% dei lavoratori ha superato i 50 anni.

ETÀ AVANZATA
Il 30% ha tra i 40 e i 50. Fino a dicembre 2015, non c'era neanche un dirigente sotto i 30 anni e gli under 40 erano meno del 2%. Insomma, la necessità di svecchiare chi gestisce materialmente la paludosa macchina burocratica comunale c'è. Qualcosa l'amministrazione Raggi ha fatto. Nell'ultimo anno sono stati assunti quasi 2.500 dipendenti, che grazie allo sblocco del famigerato Concorsone hanno rimpiazzato i pensionati. Raggi però vorrebbe di più. I nuovi contratti firmati finora «non risultano sufficienti a colmare i fabbisogni del Comune», ha detto ieri insieme ai sindacati, chiedendo di «completare il percorso di rafforzamento e ammodernamento delle strutture amministrative dell'ente», considerandola «una condizione fondamentale per il rilancio dei servizi per cittadini e imprese nella Capitale». Andrebbe detto che, oltre ai nuovi assunti, bisognerebbe anche rendere più efficiente una struttura ancora oggi troppo ingolfata.

I NUMERI
A partire dalla produttività e dalle sacche dell'assenteismo. Nel 2016 il tasso medio di assenza è stato del 23,7%: significa che ogni giorno restano a casa 5mila dipendenti. Il Rapporto sul conto annuale 2016 del personale, stilato dal dipartimento Risorse Umane, rivela che in media ogni singolo lavoratore capitolino non ha lavorato (oltre a riposi settimanali e festività) per quasi due mesi: 52 giorni in tutto, di cui 27 in ferie e altri 25 tra malattie retribuite, congedi vari, legge 104, sciopero, altre assenze non retribuite e corsi di formazione. In tutto il 2016 i dipendenti (il rapporto ne considera 24.059 al 31 dicembre dell'anno scorso) hanno accumulato 1.261.383 giorni di assenza: 663.199 per ferie, 598.184 per tutte le altre motivazioni. È come se ognuno dei vigili, impiegati e insegnanti fosse stato a casa in malattia 9 giorni, in 5 avesse usufruito della legge 104 e in un'altra decina avesse sfruttato altri congedi e permessi.

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