«Si tratta di prove di movimentazione – spiega Ragazzi – che facciamo in ottemperanza a una prescrizione dell’Ispra nell’ambito di un’autorizzazione ministeriale con parere favorevole dell’Ambiente, della Salute, dell’Interno, del Lavoro. Ispra nell’ambito di questa autorizzazione ci ha prescritto di fare i test in recipienti come se contenessero materiale radioattivo. Un “test in bianco”, però, ovvero senza materiale». Quanto al progetto “Sox”, Ragazzi sostiene che «può essere la fase successiva»: «In questo momento stiamo solo ottemperando a una prescrizione del processo autorizzativo finalizzata a questo esperimento. Ma non vuol dire che si faccia oggi o domani. Se arriverà, la sorgente arriverà dalla Francia, con una certificazione europea. E’ eventualmente un passo successivo, non è detto che si arrivi a questa fase. Dipenderà da tutta una serie di considerazione tra cui entreranno anche questi test». In ogni caso Ragazzi esclude che possano esserci rischi: «Ogni volta che si fa movimentazione di materiale radioattivo, indipendentemente dalle quantità, ci sono dei protocolli obbligatori che vengono messi in atto attraverso società e personali specializzati. Il rischio di contaminazione ambientale è escluso». Ragazzi dice che la sorgente «sarebbe eventualmente piccolissima, non stiamo parlando di materiale che si disperde e comunque, ripeto, in questo momento non stiamo ricevendo nulla». In ogni caso, dovendo stilare un cronoprogramma dell’operazione, il direttore sostiene che «ci vorrebbero almeno sei mesi» prima di un eventuale trasporto.
«Siamo fortemente preoccupati perché il Gran Sasso, che è parco nazionale e ad alto rischio sismico, è la fonte di acqua per 700.000 cittadini. Il decreto legislativo 152/2006 vieta di stoccare sostanze radioattive nelle vicinanze dei punti di captazione degli acquedotti di Teramo e L'Aquila che sono praticamente a contatto con i Laboratori, classificati già ora come Impianto a Rischio di Incidente Rilevante e oggetto nel passato, anche recente, di fuoriuscite di sostanze non radioattive ma tossiche come il trimetilbenzene», ha dichiarato Augusto De Sanctis, del Forum H2O.
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