Legge elettorale, sì della Camera: i voti a favore 375, i contrari 215. I 5 stelle protestano in piazza

Legge elettorale, sì della Camera: i voti a favore 375, i contrari 215. I 5 stelle protestano in piazza
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Giovedì 12 Ottobre 2017, 09:26 - Ultimo aggiornamento: 13 Ottobre, 07:46

Sì della Camera alla legge elettorale, nonostante il voto segreto finale. Il Rosatellum bis passa ora al Senato. I favorevoli sono stati 375 (61 in meno dei sì previsti sulla carta), i contrari 215. Nella legge anche la norma «salva-Verdini», ma il Pd e i verdiniani giurano che il leader di Ala non c'entri niente.

Proteste in aula e fuori. «Buffoni», «maledetti», «vergogna». La folla dei simpatizzanti 5 Stelle radunata fuori da Montecitorio reagisce così, con urla e fischi, al voto favorevole della Camera al Rosatellum. Non si è però presentato Beppe Grillo, lungamente atteso.

Matteo Renzi ha espresso, a quanto si apprende, con i suoi «grande soddisfazione» per il via libera alla legge elettorale.


«Rivendico di aver fatto una legge con una maggioranza trasversale ampia, tra avversari e non tra nemici. Perché abbiamo la responsabilità di non trasformare la politica in una guerra». Lo ha detto Ettore Rosato in Aula annunciando il si del Pd.

«Questa legislatura poteva essere costituente ed invece è stata fallimentare. Ha ora una possibilità di riscatto» approvando la legge elettorale, ha detto Renato Brunetta annunciando il sì «convinto» di FI al Rosatellum 2.0. Brunetta ha sottolineato che «occorre una legge fatta in Parlamento non contro qualcuno ma condivisa dalla maggior parte delle forze politiche. Non esiste una legge che faccia perdere se hai i voti né che ti fa vincere se non li hai». Brunetta si è poi rivolto a Si e Mdp che hanno sostenuto che il Rosatellum favorisce le larghe intese: «Non proiettate su di noi le nostre angosce, amici della sinistra. Noi vogliamo vincere le elezioni con centrodestra, senza inciuci, La gente per strada ce lo dice per strada: 'state unitì. Noi vogliamo parlare al Paese perché quel che conta è parlare al Paese: conta questo per vincere le elezioni e prendere i voti». 

«Ora avrete tre possibilità quando metterete la mano in quell'urna: fregarvene, fa piombare il Paese nel caos o far funzionare la democrazia». E' stato l'appello lanciato dal vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio ai deputati prima del voto sul Rosatellum 2.0. Quindi l'invito ad «alzare la testa» e «dire no a questa legge incostituzionale». L'intervento di Di Maio viene accolto dai parlamentari del Pd con frequenti cori di «buu» e proteste. Ma il nuovo leader del M5S, circondato dai suoi che lo ascoltano in piedi, tanto che la Boldrini è costretta a invitarli più volte a sedere tra le contestazioni di questi ultimi, è andato avanti sparando a zero sui sostenitori della riforma elettorale: «Ma davvero volete passare alla storia per quelli che hanno votato il Rosatellum?». E su questo si è rivolto anche al capogruppo Dem, Ettore Rosato: «È sicuro che vuole dare il suo nome ad un provvedimento del genere?». Di Maio ha invitato quindi i parlamentari pro-rosatellum a «stare in campana» perché nel Paese «avete già perso».

Il Rosatellum è «una pagina nera del nostro Parlamento» e «l'approvazione di questa legge scalfisce la
qualità della nostra democrazia», ha detto Roberto Speranza, nelle dichiarazioni di voto alla Camera. «La fiducia è una violenza a questo Parlamento», ha spiegato il coordinatore di Mdp, annunciando il no. Speranza ha parlato di «uno scempio inaccettabile che fa male a tutti noi» e di «un precedente pericoloso: cambiare regole del gioco a colpi di fiducia a pochi mesi dallo scioglimento delle Camere, un colpo di mano negli ultimi giorni». Non solo, per l'esponente di Mdp la fiducia «significa non aver capito la lezione del referendum, uno schiaffo al risultato del 4 dicembre. Una scelta che allontana, mentre nel Paese c'è domanda di una politica più vicina». Il coordinatore di Mdp ha messo in guardia: «Con il Rosatellum si romperà definitivamente il centrosinistra e cesserà ogni possibilità di ricostruirlo». Ma Speranza ne ha anche per il governo: «Ha tradito un impegno solenne assunto in aula, quello a non essere attore protagonista» e «sul piano politico si getta la maschera e si torna al governo Renzi per interposta persona. Questo è grave». Per questo, ha annunciato Speranza: «Evapora il nostro vincolo di maggioranza». 

 

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