STOP ALLE LEZIONI
Quel che è certo, è che le lezioni ora si fermeranno per tutti, favorevoli e contrari alla protesta. «Intanto ho deciso di mandare a casa il personale dice la preside e domani (oggi, ndr) valuteremo il da farsi». «Non sappiamo se li faremo rientrare nell'istituto», dicono sibillini gli occupanti. Che, in un documento di 7 pagine diffuso sui social, si lamentano, tra le altre cose, per il sovraffollamento della struttura (anche se la preside spiega che la scuola può ospitare 1.047 studenti, contro i 946 attualmente presenti) e per la scarsa sicurezza. La verità è che, alla base di questa protesta, ci sono antichi livori maturati dagli studenti nei confronti della dirigente stessa. «Vogliono la mia testa», ammette lei, mentre le fanno eco gli occupanti: «Se si è creata questa situazione è anche colpa sua». Quanto all'esperienza del Virgilio, che si è chiusa con una denuncia sui danni prodotti da quell'occupazione (oltre che sullo spaccio che sarebbe avvenuto durante alcune festini a base di alcol e droghe), i responsabili di questo blitz mettono già le mani avanti: «Quelli organizzati di notte, in via Giulia, non erano rave: erano delle serate che servivano a sostenere l'occupazione. Ed è inevitabile che ciò avvenga anche da noi: la sera è necessario che ci raggiungano delle persone, perché la lotta va sostenuta». Si parte oggi con cineforum e dibattiti: i tempi della protesta sembrano essere lunghi: «Staremo qui fino a quando la preside non cambierà atteggiamento».
VIA DELL'OLMATA
Protesta analoga, da ieri, al Newton, nella succursale di via dell'Olmata, con una particolarità: in questo caso, infatti, c'è una spaccatura tra chi manifesta e i rappresentanti di istituto, che si sono formalmente dissociati dall'iniziativa.
Dovrebbe, invece, chiudersi oggi con un'assemblea straordinaria l'occupazione dello scientifico Pasteur, a Ottavia. Da lunedì mattina una decina di studenti si erano barricati nella palestra, ma la dirigente si era subito attivata sporgendo denuncia contro ignoti: «Erano venute meno le ragioni dell'occupazione», spiega Chiara C., del Collettivo Pasteur, che aggiunge: «Alcuni esterni si erano infiltrati nella scuola e avevano sradicato una fontanella e fatto scritte sui muri. E visto che stavamo protestando anche contro le condizioni dell'istituto, abbiamo deciso di finirla lì».
© RIPRODUZIONE RISERVATA