Frosinone, famiglie e coppie che dormono al freddo.
Disagio sociale ed economico, è una polveriera

Frosinone, famiglie e coppie che dormono al freddo. Disagio sociale ed economico, è una polveriera
di Alessandro Redirossi
3 Minuti di Lettura
Giovedì 9 Novembre 2017, 18:09
Storie di disoccupazione e disagio sociale. Ieri la stazione di Frosinone è diventata la cartina tornasole del clima di difficoltà vissuto dal territorio. Tutto è partito dai social network, dove Maichel Moslehi, attivista frusinate del Partito socialista, ha pubblicato un video sulla situazione di difficoltà di chi dorme, al freddo, alla stazione. In particolare il caso del 26enne Cristian e di sua madre 51enne, che da circa un mese dormono lì, ha mobilitato diverse associazioni e cittadini. Senza lavoro e in difficoltà sono stati assistiti da Caritas e Comune nei mesi scorsi. “Dopo, non avendo un lavoro e non potendo far fronte all’affitto, siamo stati sfrattati dalla casa in centro storico in cui ci trovavamo - spiega Cristian - Mi è stato proposto un posto in casa famiglia, in una residenza per soli uomini. Ho rifiutato perché non posso separarmi da mia madre. Non sta bene e io la aiuto anche nelle azioni più semplici. Da un mese dormiamo in stazione o nei treni. Siamo andati alla Caritas per un pranzo e una doccia. Chiediamo  un tetto e l’opportunità per me di lavorare”. Dal Comune precisano di aver offerto un aiuto. "Seguiamo la famiglia da marzo – dice Antonio Loreto, dirigente del settore welfare –. Assegnando a madre e figlio un appartamento in affitto, di cui l’Ente ha pagato le spese". Misura inserita in un progetto ad hoc di tre mesi finalizzato al reinserimento sociale. "Il giovane, nato ad Alatri, è residente a Roma; sua madre, residente nel capoluogo, ha parenti ad Alatri - specificano dal Comune - Prima della scadenza del contratto abitativo sottoscritto dall’Ente, il personale del settore comunale ha convocato madre e figlio per concordare soluzioni alternative, coinvolgendo anche la Caritas". Dall'Ente spiegano che una soluzione era stata trovata: una struttura di accoglienza a Ceccano per il ragazzo e il rientro della signora all’interno del nucleo della famiglia di origine, ad Alatri. "Entrambe le proposte sono state, di fatto, rifiutate e madre e figlio hanno interrotto i contatti con l’Ente” dice il dirigente, che aggiunge:“La soluzione di accoglienza è tuttora valida: ci auguriamo che accettino”. Ieri i cittadini del gruppo “Sei di Frosinone se” hanno organizzato una raccolta fondi per trovare una sistemazione per i due, recandosi anche in stazione. Anche il comitato di Corso Lazio e Vivi Ciociaria si sono mobilitati per un aiuto. Il pugile Sven Paris si è presentato in stazione offrendo un pasto. Così come si è attivata ancora la Caritas, che insieme alla diocesi è impegnata a trovare alloggi e fornire pasti caldi per i senza dimora.
UNA COPPIA DI DISOCCUPATI AI GIARDINETTI: "GRAZIE ALLE MAMME ORA UN TETTO"
Intanto al freddo dei giardinetti del quartiere Scalo ha vissuto in queste settimane una coppia di 43 anni, dormendo nei pressi degli stabili adiacenti all’area giochi. “Abbiamo perso il lavoro in una pasticceria di Frosinone a settembre - dicono i due - Da lì non ce l’abbiamo fatta con l’affitto e siamo stati sfrattati. Vogliamo ringraziare le residenti di questa zona. Grazie al loro interessamento e alla Caritas abbiamo trovato una soluzione. Ci hanno sistemato in due strutture a Ceccano e a Frosinone, stanotte dormiremo al caldo”. “Dopo aver parlato con loro ci siamo attivate, con cibo, coperte e cercando una sistemazione – dicono le mamme che frequentano i giardinetti – Subentra una sorta di senso di colpa quando rientri a casa al caldo e pensi alla situazione di queste persone. Non potevamo non fare niente”. La situazione resta esplosiva. Con tante richieste di aiuto presso il settore dei servizi sociali e la Caritas. "Ci sono le persone sfrattate, chi va in sofferenza su bollette e pigioni. Parliamo di spese che incidono per 3-400mila euro a livello comunale - dice il sindaco Ottaviani - Le risorse sono quelle che sono, ma noi facciamo il possibile, valutando i casi".
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA