Se Papa Bergoglio non è entrato nel dettaglio dei punti dottrinali controversi, incoraggiando invece la Chiesa italiana ad assimilare e sviluppare i contenuti e lo stile di Amoris laetitia, Bassetti è andato più a fondo, difendendo a spada tratta il lavoro finora fatto. «E' un documento bellissimo, a tratti poetico, denso di significati e di implicazioni pastorali. Un testo che va letto e meditato con grande serenità, senza essere guidati da giudizi aprioristici e soprattutto senza essere influenzati da alcune interpretazioni epidermiche che si sono diffuse, nel corso del tempo, in un dibattito pubblico che, a volte, mi è parso prediligere il sensazionalismo all'autentica realtà dei fatti».
Il cardinale ripete che Amoris Laetitia non nasce per caso ma è il risultato di due «Sinodi eccezionali, vissuti e partecipati come mai era accaduto prima. Una comunione tra le tante anime della cattolicità, tra il centro e la periferia, tra Roma e le Chiese locali, tra i vescovi e i laici, tra i fedeli e i teologi”. Poi mette in guardia dal tentativo di ricorrere all'applicazione rigorosa della legge perché vi è anche «la prospettiva di chi non giudica in base all'apparenza, ma di chi – rendendosi conto di quanto sta accadendo tra una coppia in crisi o divisa – si prende cura delle situazioni e delle persone sulla base di un amore gratuito, ovvero sulla carità». Bassetti spiega che la Chiesa non vuole «imporre fardelli pesanti sulle spalle delle persone» nè ridurre la «predicazione a poche dottrine, a volte più filosofiche che evangeliche. Ovviamente, per i teologi questa sfida è particolarmente avvincente».
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