I SENZATETTO
Di recente il caso di mamma e figlio che dormivano alla stazione di Frosinone ha generato molta attenzione sul tema del disagio da parte della cittadinanza attiva. Il caso è stato risolto trovando una sistemazione per entrambi grazie alla collaborazione fra Comune e Caritas. Troiano spiega che, al di là dell’emotività collettiva "volatile", il tema va affrontato seriamente. “Di recente alla stazione abbiamo aiutato, in collaborazione con il Comune, un senzatetto con un tumore. Purtroppo non basta trovare un tetto ma bisogna sostenere queste persone affinché ritrovino la loro autonomia. Con le poche risorse e strutture di accoglienza cerchiamo di stare vicini e intraprendere un percorso di reinserimento. L’obiettivo non è assistere per sempre, ma aiutare a trovare una strada”.
Sabato mattina, proprio per affrontate il problema dei senzatetto a Frosinone, l’associazione Frosinone Bella e Brutta, con Luciano Bracaglia e David Toro, ha incontrato il responsabile della Caritas della Diocesi di Frosinone Marco Toti. Proprio Toti ha spiegato che rispetto al 2005 i numeri relativi ai senzatetto si sono aggravati. Allora la Caritas diocesana faceva affidamento su una sola struttura, a Castelmassimo, per accogliere i senza dimora e reinserirli. Ora è stato dato vita ad altre residenze. Nell’incontro è emersa la proposta di creare un tavolo con Caritas, Asl e Comune per far fronte soprattutto nel periodo invernale alla situazione dei senzatetto. “Bella e brutta” ha messo a disposizione ore di volontariato e sollecitato la ricerca di locali per accogliere le persone in difficoltà. “Ci sono delle strutture inutilizzate che potrebbero essere riconvertite dialogando con gli Enti e la Asl: penso, ad esempio, al vecchio ospedale di Ceccano, all’ex dispensario di Frosinone, al vecchio ospedale di Veroli oggi inutilizzate – spiega Toti – La Asl nel recente passato ha messo già a disposizione i locali oggi utilizzati per la mensa dei bisognosi nei locali dell’ex ospedale del capoluogo”.
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