In questo momento le due Camere sono impegnate nel tentare di conciliare le due versioni della legge di riforma, ma i leader sia della Camera che del Senato si dicono certi che la legge sarà completata e sulla scrivania del presidente per la firma entro la fine dell’anno.
Gary Cohn, ex presidente di Goldman Sachs e oggi capo del Consiglio Economico della Casa Bianca, assicura che nello stilare la riforma fiscale si è tenuto fondamentalmente conto della «necessità di incoraggiare gli investimenti», e quindi migliorare le condizioni economiche di tutti gli americani. La legge garantirà forti riduzioni nell’onere fiscale delle corporation , e anche delle fasce più ricche della popolazione. Inoltre abolirà le tasse ereditarie per patrimoni che siano al di sotto dei 5 milioni e mezzo di dollari.
I 400 ricconi che si dicono contrari a questa revisione del sistema fiscale appartengono all’associazione progressista “Responsible Wealth” (Ricchezza responsabile), e provengono quasi tutti da Stati blu, cioé a maggioranza democratica, come la California, New York, Massachusetts, Connecticut. Fra di loro ci sono nomi noti, come l’imprenditore George Soros, la stilista Eileen Fisher, il finanziere Steven Rockefeller, e i fondatori della nota catena di gelati “Ben & Jerry”, Ben Cohen e Jerry Greenfield. Ma la maggior parte dei firmatari sono ignoti al grande pubblico, e hanno in comune di possedere patrimoni del valore di almeno un milione e mezzo di dollari e guadagnare almeno 250 mila dollari all’anno. Nella lettera spiegano che le corporations stanno già registrando «profitti record», mentre la diseguaglianza tocca percentuali non viste sin dal 1920, e ai ricchi «non servono altri soldi». «Non abbiamo bisogno che ci tagliate le tasse» spiega Mike Lapham, direttore del progetto Responsible Wealth. Lapham è l’erede della fortuna delle cartiere Finch, Pruyn & Co. Con aperta ironia dice: «Credo che questa sia la prima volta che i membri del Congresso ricevono visite da gente che dice di non volere una riduzione delle tasse».
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