«Praticamente siamo tornati indietro di tre anni, alla dichiarazione di fallimento di Mutti», dice Luigi D'Antonio (Fiom Cgil). Eppure in questi tre anni sembrava successo di tutto: l'arrivo di Gala, l'accordo di programma di Regione e Mise per il reatino, la ripartenza. Invece l'insipienza di Gala Tech prima, la crisi finanziaria in cui è precipitata Gala poi hanno spento ogni speranza di riaccendere macchine e luci a Colle Puzzaro. «Ripartiamo nella ricerca di sempre, quella di un imprenditore che voglia investire e voglia farlo da noi: gli investitori in giro per l'Italia ci sono, bisogna che Confindustria, Ministero e Regione li convincano a farlo qui, anche valutando le opportunità offerte dall'essere area di crisi e zona terremotata», dice ancora D'Antonio. «L'importante è smettere di affrontare la crisi del sistema industriale reatino a spot: servono risposte complessive».
LA POSIZIONE DEL COMUNE
«La crisi industriale ha lasciato sul campo qualcosa come 700 lavoratori, considerati quelli in mobilità, cassa integrazione, naspi: di fronte a un problema di queste dimensioni non è il Comune ad avere le soluzioni in tasca ma può essere solo il governo dice il vicesindaco Daniele Sinibaldi Serve ridare al nostro nucleo una precisa vocazione industriale, che per noi può essere l'agroalimentare. Per questo serve però il supporto di governo, Regione e Commissario alla Ricostruzione. Noi possiamo fare la nostra parte per agevolare al massimo le imprese, ma serve che qualcuno le convogli qui».
IL PROBLEMA CONFINDUSTRIA
Sinibaldi rimarca anche il «problema Confindustria»: «La crisi di Gala, il venir meno degli impegni sottoscritti da Gala Tech non solo con i lavoratori e con il sindacato ma con il territorio un problema lo pone: speriamo che dal sistema di Confindustria possano venire altre soluzioni».
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