Roma, stuprata e uccisa nel sottopasso vicino via Veneto

Roma, stuprata e uccisa nel sottopasso vicino via Veneto
di Marco De Risi e Elena Panarella
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Mercoledì 15 Novembre 2017, 08:14 - Ultimo aggiornamento: 16 Novembre, 09:26

ROMA Colpita con ferocia (forse da un bastone o una pietra), il volto irriconoscibile, il cranio fracassato, una caviglia fratturata. Era nuda, Maria Norma Moreira Da Silva, 49 anni, brasiliana, ritrovata morta in uno dei sottopassi di piazzale della Croce Rossa, vicino a Porta Pia e al ministero dei Trasporti. A dare l'allarme un operaio della Multiservizi che doveva ripulire quelle scale. L'uomo si è trovato davanti una scena da film horror e ha immediatamente chiamato il Numero Unico per le Emergenze. Le indagini degli uomini della Squadra Mobile, diretta da Luigi Silipo, non escludono nulla. Sul posto il pm, il medico legale e la polizia scientifica. Dai primi accertamenti, la donna, senza fissa dimora, con qualche precedente alle spalle, e da diverso tempo in Italia, si spostava da una parte all'altra della città. Accanto al corpo, i vestiti: stivali bianchi, minigonna, maglietta bianca. Gli indumenti intimi, strappati. Poco più in là la borsetta con dentro una spazzola, trucchi e oggetti personali. Ma niente documenti. Per gli investigatori della polizia si è trattato di «un attacco brutale» e non è escluso che la vittima possa aver subito anche una violenza sessuale. Sotto la lente d'ingrandimento anche il telefonino della vittima e tutti i suoi contatti: per rintracciare quegli amici che ogni tanto la ospitavano. Ma stanno anche passando al setaccio il mondo di disperati che ruota attorno alla stazione Termini (da dove tutto potrebbe essere partito).

LE INDAGINI
Sono in corso accertamenti anche sugli indumenti della quarantenne per trovare eventuali tracce biologiche dell'aggressore e il medico legale potrebbe indicare nelle prossime ore quando è avvenuto il decesso. Comunque violento, viste le macchie di sangue trovate nel sottopasso. Ora bisognerà ricostruire gli spostamenti di Maria Norma. Potrebbe essere stata costretta ad andare in quel luogo. Oppure, quando si è resa conto del pericolo, è finita là sotto per scappare da chi voleva farle del male e forse cadendo si è fratturata la caviglia. Sarebbe stata colpita con forza alla testa tanto da spaccarle il cranio. Anche se gli schizzi di sangue sul muro potrebbero essere stati provocati dalla testa sbattuta più volte contro la parete dal suo assassino. Il decesso dovrebbe essere avvenuto intorno alle 4 della scorsa notte. Il fatto che sia stata trovata nuda non fa escludere agli investigatori che la vittima possa aver subito una violenza sessuale. Sarà comunque l'autopsia a chiarirlo. Titolare del fascicolo, è la pm Silvia Santucci. A poca distanza dal ritrovamento del cadavere, in altri tratti di quei sottopassi, dormono spesso dei clochard. Forse qualcuno ha visto qualcosa? Al vaglio le immagini registrate dalle telecamere che inquadrano il tratto di strada dove si trova la rampa di scale che porta al marciapiede. Gli investigatori stanno ascoltando diverse persone per acquisire elementi utili a far luce sulla vicenda. Tra le ipotesi c'è anche quella che il delitto possa essere maturato negli ambienti di senza fissa dimora che frequentano la zona. Ma prima di tutto resta ancora da capire se sia scesa da sola o in compagnia di qualcuno, in un punto dove le macchine sfrecciano a tutta velocità proprio accanto all'uscita d'emergenza. Un tratto non buio (come per altri punti), ma anzi ben visibile dalla superficie, visto che si trova proprio sotto le finestre della sede delle Ferrovie dello Stato in direzione Policlinico (anche le telecamere di questo palazzo saranno visionate).

I DUE SOMALI
Quei sottopassi, quelle uscite d'emergenza e gallerie sono tutti luoghi accomunati dalla stessa desolazione, dallo stesso degrado, dalla stessa paura. Corridoi, stretti e lunghi. Labirinti pericolosi. Abitati da sbandati e senzatetto. Così come i due somali che qualche anno fa avevano «deciso» di vivere in quelli di Corso Italia e dove sono morti carbonizzati. Ma non erano i soli. Lì negli slarghi ricavati tra il guard rail e le uscite di sicurezza o le cabine telefoniche, in molti hanno allestito i loro giacigli e negli anni altri sono morti di freddo. Rifugi pericolosi, con le auto che sfrecciano a pochi centimetri a velocità sostenuta. Basta un nulla e questi disperati potrebbero essere travolti. E ora una nuova tragedia accende i riflettori su questa «vergogna».

UNA SCIA DI SANGUE
E continua la scia di sangue nella Capitale. Questo è il terzo omicidio in cinque giorni. Venerdì nel parco del Turismo è stato trovato il cadavere di Laurentiu Ursu, un trans romeno di 27 anni ucciso con una coltellata al cuore. Per il delitto è stato fermato un trentacinquenne romano, evaso dai domiciliari il giorno precedente, e sospettato di essere l'autore anche di un altro omicidio avvenuto a distanza di 24 ore. Vittima in questo caso un ventenne nordafricano, colpito a morte con la stessa coltellata al cuore, e ritrovato sabato mattina in una fabbrica occupata alla periferia di Roma.

 

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