Roma, casa del Comune con vista San Pietro: via un altro furbetto

Roma, casa del Comune con vista San Pietro: via un altro furbetto
di Maria Lombardi
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Venerdì 24 Novembre 2017, 07:52 - Ultimo aggiornamento: 16:22

Il prossimo: casa con vista sul Cupolone, reddito da 90mila euro, affitto sui cento euro al mese. Un altro «abusivo benestante» a cui toccherà restituire al Comune l’alloggio nel centro storico «di pregio» che non gli spetta. I suoi guadagni dichiarati sono quasi cinque volte superiori al tetto massimo previsto per avere diritto a un appartamento di edilizia popolare.

Dopo la signora con 18 proprietà e residenza in un palazzetto in centro di proprietà del Campidoglio, tocca a mister 90mila. È riuscito finora a farla franca spendendo una cifra ridicola per abitare in una strada dove si paga almeno dieci volte di più, se va bene. Adesso è finito insieme a tanti altri inquilini furbetti nell’elenco di quelli che verranno mandati via per «esubero di reddito». E se non accetteranno di lasciare gli alloggi a cui non hanno alcun diritto il Campidoglio passerà alla linea dura, denunciando. Il rischio in alcuni casi sarebbe anche l’accusa di truffa. Come per chi ha vissuto per anni e anni in una casa che sarebbe destinata alle famiglie più deboli pur avendo un reddito molto al di sopra del consentito e essendo proprietario di altri immobili.

L’INTERVENTO
È il caso della signora quarantenne con appartamento in via dell’Arco di Parma, a due passi da via dei Coronari, tra piazza Navona e Castel Sant’Angelo. Centro metri quadrati, «li ho ristrutturati a mie spese», dove viveva la nonna e lei non avrebbe potuto tenere dal momento che ha ereditato ben 18 proprietà, tra appartamenti, terreni, magazzini, garage, negozi (uno con sei vetrine). Quando i vigili urbani dell’Usdpa (unità di supporto presso il dipartimento delle politiche abitative) le hanno notificato l’ordine di lasciare la casa, la signora si è subito presentata negli uffici e ha firmato l’atto di rinuncia. Tra i tanti «occupanti benestanti» duramente attaccati dal sindaco Raggi («le case popolari devono andare a chi ha realmente bisogno») c’è il signore con la Porsche parcheggiata davanti al portone. Non abita in centro ma in periferia, anche lui sloggiato.

Duemila gli inquilini “abusivi” secondo il censimento in mano al Comune. Quelli che senza diritto occupano uno dei 23mila alloggi Erp (edilizia residenziale pubblica). Almeno quelli finora accertati, in realtà potrebbe essere molti di più. Dal centro alla periferia fino ad Ostia. La squadra dei trenta vigili urbani che si occupa degli sgomberi arriverà fino al Litorale dove la situazione è particolarmente critica. Lì c’è tra l’altro da smantellare il «mercato sommerso», il racket degli alloggi abusivi. Dai dieci ai ventimila euro per subentrare all’inquilino a cui era stato assegnato l’alloggio, chi paga prende possesso della casa del Comune e poi spera - come tante volte è successo - che vada bene. Accade anche in altri quartieri di Roma, c’è chi venti anni fa ha pagato quaranta milioni di lire per una casa dell’Ater a San Basilio «a mio rischio, ovvio» e sta ancora lì, «un contratto non ce l’ho ma le bollette sono a mio nome».
LE FORZE
Il IV, il V e il VI sono i municipi con il più alto tasso di abusivismo. Qui si trovano la maggior parte dei 1.600 occupanti che si sono piazzati in alloggi popolari dopo la morte dell’inquilino assegnatario. Un lavoro immenso e c’è solo una squadra di una trentina di vigili urbani che deve occuparsi di 3.600 casi. 
 

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