Omicidio di Serena Mollicone,
il carabiniere indagato anche
per istigazione al suicidio di Tuzi

Omicidio di Serena Mollicone, il carabiniere indagato anche per istigazione al suicidio di Tuzi
di Vincenzo Caramadre
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Giovedì 7 Dicembre 2017, 13:25 - Ultimo aggiornamento: 9 Dicembre, 15:31

Il luogotenente Vincenzo Quatrale è indagato anche per istigazione al suicidio del brigadiere dell’arma Santino Tuzi, morto nel 2008 dopo aver riferito ai Pm di aver visto entrare Serena in caserma nel 2001. Gli viene contestato l’ istigazione morale, con pressioni indirette, nei confronti del brigadiere.
Nei giorni scorsi gli inquirenti hanno fatto sapere che i due fascicoli, quello per la morte di Serena e l’altro sul suicidio di Tuzi, fanno parte d un’unica indagine. Ora si comprende la motivazione.

LA DOPPIA SVOLTA
Quatrale è assistito dall’avvocato Francesco Candido, al quale l’indagato ha detto più volte di essere «estraneo a qualsiasi ipotesi investigativa».
Aggiunge: «Il mio assistito, uomo integerrimo e stimato da tutti, non è a conoscenza di nulla che possa portare ad una soluzione di questi casi».
Per la morte di Serena, come noto, ci sono altri tre indagati, per omicidio e occultamento di cadavere, e sono l’ex maresciallo Franco Mottola, all’epoca dei fatti comandante della stazione, la moglie Annamaria e suo figlio Marco, assistiti dall’avvocato Francesco Germani, anch’essi si sono sempre affermati “estranei al caso”. 
Per la morte di Serena, al sottufficiale indagato per concorso morale in omicidio, viene contestato il silenzio che avrebbe tenuto su quanto potrebbe aver visto o sentito il primo giugno 2001 all’interno della caserma di Arce. Dunque non un ruolo attivo nella presunta dinamica dell’omicidio avvenuto all’interno della caserma di Arce.
Allo stesso modo, l’ istigazione morale, per il caso Tuzi.
Il Pm Beatrice Siravo e i carabinieri di Pontecorvo e del reparto operativo del comando provinciale hanno interrogato il militare che, però, si è avvalso della facoltà di non rispondere. 

L’APPELLO DI MARIA TUZI
Intanto arriva l’appello di Maria Tuzi che si rivolge direttamente al quarto indagato. «Più che un appello - dice Maria Tuzi - la mia è una preghiera di una figlia, per cui mi rivolgo al maresciallo Quatrale, che non conosco personalmente, affinché riferisca fatti e circostanze di cui può essere a conoscenza avendo prestato servizio nel 2001 all’interno della caserma di Arce. Sarebbe un gesto di grande umanità che aiuterebbe gli investigatori, i suoi colleghi, ad arrivare alla verità sulla morte di Serena e alla conferma di quanto già affermato da mio padre. Non ci sarebbe alcun giudizio morale, come affermato anche da Guglielmo Mollicone, c’è sempre tempo per ripianare errori morali che provengono dal passato». 

INDAGINI UNIFICATE
La figlia del brigadiere Santino Tuzi parla delle ultime novità che riguardano anche il caso di suo padre.
Le indagini sono coordinate dal Pm Alfredo Mattei. «Aver appreso che le indagini su Serena e mio padre sono, di fatto, unificate ci rende più sereni e consapevoli che la verità è più vicina. Alla luce di tutte le evoluzioni investigative posso affermare che il caso Mollicone è arrivato ad oggi, sicuramente grazie alla Procura e ai carabinieri, ma grazie anche alle dichiarazioni di mio padre, il quale nell’immediatezza dei fatti non ha realizzato, ma poi si è liberato dicendo come sono andate le cose quel giorno».
 

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