Avvelenati con il tallio, il 27enne forse suggestionato da cold case del '99. E in carcere chiede libri sull'ebraismo

Avvelenati con il tallio, il 27enne forse suggestionato da cold case del '99. E in carcere chiede libri sull'ebraismo
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Venerdì 8 Dicembre 2017, 15:00 - Ultimo aggiornamento: 9 Dicembre, 13:00

Ha chiesto agli operatori del carcere di Monza libri legati alla religione ebraica ed è sorvegliato a vista dagli agenti di polizia penitenziaria Mattia Del Zotto, il 27enne di Nova Milanese arrestato mercoledì sera con l'accusa del triplice omicidio dei nonni paterni, avvelenati con il tallio, e del tentato omicidio di altre cinque persone (due zii, i nonni materni e una badante). Il giovane per ora è in cella da solo, senza tv, controllato 24 ore su 24 ed ha già avuto un colloquio con lo psichiatra interno.
 

 

Da quanto si è saputo Del Zotto, arrivato in carcere in piena notte, è apparso freddo, non provato emotivamente: come se avesse alzato una 'barriera' per rinchiudersi in un suo mondo. Nel corso del colloquio previsto all'ingresso ha toccato le tematiche religiose e ha chiesto di poter avere libri sull'ebraismo, credo al quale, come lui stesso aveva detto durante un interrogatorio, si è avvicinato da circa tre anni.

Viste la particolarità del caso e l'età del pluriomicida reo confesso, la direttrice della casa circondariale, Maria Pitaniello, ha concordato con il Procuratore della Repubblica di Monza Luisa Zanetti, titolare dell'inchiesta, di sottoporre il 27enne non solo a un regime di sorveglianza «intensivo» ma anche a un monitoraggio continuo da parte degli psichiatri e psicologi interni per una valutazione sul suo stato di salute mentale. Ci sarà, quindi, un lavoro d'équipe tra i medici, la polizia penitenziaria, la direzione del carcere, per accertare quali siano effettivamente le sue condizioni psicologiche. Tutto ciò per poi cercare di inserirlo nella vita carceraria. Sempre nel carcere di Monza domani Del Zotto sarà interrogato dal gip.


Potrebbe annidarsi nella suggestione provata da bambino in Friuli di fronte a due casi analoghi (rimasti irrisolti) la ragione per cui il ragazzo abbia scelto di fare ricorso al tallio. È una delle ipotesi che gli investigatori stanno cercando di accertare. La ragione per cui il giovane abbia proprio scelto il solfato di tallio per mettere in pratica in suo folle piano potrebbe essere nascosta nella cascina di Varmo (Udine), dove la famiglia Del Zotto trascorreva da sempre le vacanze. In quella zona nel 1999 e nel 2000 persero la vita due uomini proprio per avvelenamento da tallio. I due casi rimasero irrisolti. Mattia a quell'epoca aveva dieci anni, e potrebbe esserne rimasto suggestionato.

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