Lola Astanova, la pianista sui tacchi a spillo che ha incantato Bocelli e fa il pieno di like

Lola Astanova, la pianista sui tacchi a spillo che ha incantato Bocelli e fa il pieno di like
di Rita Vecchio
2 Minuti di Lettura
Martedì 9 Gennaio 2018, 10:55 - Ultimo aggiornamento: 21:20

Una pianista classica sui tacchi a spillo. Lola Astanova, ammaliante uzbeca di 33 anni, che posta le sue foto e di video di esibizioni al pianforte, non fa altro che collezionare like e seguaci sulle sue pagine social. E non solo per la sua bravura a suonare i Notturni di Chopin. Femminile. Sexy. Dall’aspetto e dagli outfit esclusivi
di haute couture che è solita indossare durante le esibizioni, che non passano di certo inosservati. L’ultima foto su Instagram è su una gondola a Venezia. 
 

 

Today, it’s Beethoven with a bit of 1950s retro feel. If you could choose to live in any decade or era which would it be and why? 🔊- 🎶Sonata No. 17 (Tempest, 3 mvt.) #beethoven #classicalmusic #pianist #piano #musicians #musica #musicislife #songoftheday

Un post condiviso da LOLA ASTANOVA (@lolaastanova) in data:


«Non ci si può esibire vestiti male in un teatro dove c’è un pubblico pagante», avrebbe dichiarato dopo uno dei suoi concerti. Così l’improvviso di Chopin, il preludio di Rachmaninov o la sonata di Beethoven, sono interpretati con abiti succinti che lasciano intravedere le sue forme statuarie, tanto da essere considerarla una delle più belle pianiste al mondo e nel 2012 annoverata dalla rivista Limelight tra le dieci 10 icone di stile nella musica classica.
 
 

Un Emmy Award per la Rapsodia in Blue di Gershwin. Andrea Bocelli che l’ha voluta ospite a Lajatico nell’ultima edizione del Teatro del silenzio. E concerti ovunque. Una passione per la musica tramandata dalla madre che all’età di sei anni le cominciò a dare lezioni di pianoforte. Poi il conservatorio di Mosca. E quindi il debutto nel 2012 al Carnegie Hall di New York per un concerto di beneficienza con Donald Trump come “gala chairman”, suonando su uno storico Steinway Piano.

Di certo (e c’è da scommetterci) chissà in quanti hanno conosciuto Chopin, Liszt e Rachmaninov o Scriabin grazie a lei. 

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