Ospedale San Salvatore: sempre meno parti

Ospedale San Salvatore: sempre meno parti
di Daniela Rosone
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Venerdì 12 Gennaio 2018, 17:32
950 parti nel 2017 all’ospedale San Salvatore. Meno parti rispetto all’anno passato . Ben 50 in meno ma un numero, comunque, più basso rispetto al calo nazionale più consistente e dunque, per ora, il dato non desta particolari preoccupazioni anche se, storicamente, il nosocomio negli ultimi anni si è sempre attestato attorno a quota 1000. Il reparto di Ginecologia continua ad essere di eccellenza grazie allo straordinario lavoro portato avanti da medici e infermieri che, spesso, operano in una situazione di difficoltà oggettiva. I problemi del reparto diretto dal Prof. Gaspare Carta sono sempre i medesimi, evidenti per chi lo visita anche se le esperienze sono sempre soggettive. Mancanza cronica di personale, inferiore rispetto alle esigenze, ostetriche in numero inferiore rispetto a quanto previsto, difficoltà a reperire farmaci a volte per le attività dell’ospedale e spesso la struttura che attualmente ha 24-25 posti letto circa si è rivelata insufficiente a coprire il fabbisogno. C’è da dire e vale la pena ricordarlo che il reparto è punto nascita di terzo livello, ciò significa che a L’Aquila arrivano partorienti con gravidanze a rischio anche da Lazio, Molise, Campania e Toscana. Fattori che però non sono legati al calo dei parti che è da imputare ad altri fattori. Sicuramente incide la decisione della coppia di avere il primo figlio sempre più tardi, decisione spesso dettata da motivi economici e lavorativi. Inoltre è riscontrato scientificamente che l’indice di fertilità delle donne che prima iniziava a scendere dai 40 anni, oggi inizia a diminuire dai 35 anni di età. In Abruzzo manca anche la cultura della prevenzione vale a dire le buone pratiche da osservare sin da giovanissimi. Non esistono centri e soprattutto le aree interne risultato completamente abbandonate. Le strutture della costa si rivelano insufficienti a gestire tutte le richieste. A L’Aquila sempre più coppie hanno difficoltà nella procreazione e si rivolgono a centri specializzati, molto spesso all’estero. Anche il ministro Lorenzin di recente ha affermato senza mezzi termini che in Abruzzo si fanno pochi cicli. Per la verità a L’Aquila esiste un centro per la procreazione medica assistita dal 2016 ma si tratta di un centro privato. Per la sanità pubblica, purtroppo, c’è ancora moltissima strada da fare.  
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