Montecassino, monaco si fa anglicano per sposarsi a Londra: choc in abbazia

Montecassino, monaco si fa anglicano per sposarsi a Londra: choc in abbazia
di Franca Giansoldati
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Venerdì 12 Gennaio 2018, 08:29 - Ultimo aggiornamento: 13 Gennaio, 08:35

Per i libri di storia l'abbazia di Montecassino è il monastero più antico d'Italia assieme al monastero di Santa Scolastica, fondato da Benedetto da Norcia; ha resistito nei secoli a terremoti, alla calata dei Longobardi e persino alle bombe degli alleati durante la Seconda guerra mondiale. Il suo motto Succisa Virescit, tagliata ricresce, sembra però vacillare davanti agli ultimi eventi.

Non solo il calo drastico di monaci ormai ridotti ad una decina, poi lo scandalo giudiziario dell'ex abate gay che amava utilizzare i fondi dell'8 per mille per festini e cose lussuose per sé e per i suoi amici e, infine, ultima batosta, la fuoriuscita del suo segretario, un monaco che ha pensato bene di abbracciare il credo Anglicano, trasferirsi in Gran Bretagna, dove si è sposato con una giovane di Cassino con la quale aveva una relazione da tempo. Bypassando così tutti i divieti vaticani sul celibato, visto che i preti sposati non sono ancora contemplati (a parte due antiche eparchie in Sicilia e in Calabria che si rifanno alla tradizione orientale). I fatti risalgono al luglio scorso quando, in totale silenzio, è avvenuto il passaggio. In Vaticano la vicenda è approdata sul tavolo delle congregazioni competenti in attesa di una valutazione complessiva che, a fronte dell'avvenuto matrimonio, ha fatto registrare la scomunica ipso facto per l'ex monaco benedettino e aumentare il timore di effetti collaterali.

FIORI D'ARANCIO
Il matrimonio di padre Antonio Potenza, questo il suo nome, è stato celebrato all'interno di Westminster dal decano di Westminster. Il rito officiato naturalmente è stato quello anglicano. Il caso per quanto curioso ed emblematico, al di là del gossip, rischia di essere un elemento deflagrante per fare riprendere quota al tema dei sacerdoti sposati, sul quale il Magistero di Roma ha sempre risposto picche ma sul quale Papa Francesco potrebbe aprire spiragli inediti l'anno prossimo, in occasione del Sinodo sull'Amazzonia. Da alcuni vescovi del Brasile e dal cardinale Hummes è arrivata la proposta di sopperire alla scarsità di sacerdoti celibi per aree immense come l'Amazzonia, dove su 5 milioni di fedeli ci sono meno di 20 preti, tanto che in alcune zone, per una messa, possono aspettare anche due settimane. La proposta prende in considerazione la possibilità di conferire la sacra ordinazione anche a «viri probati», cioè a uomini sposati di provata virtù. Discorso lungo e complesso, minato da mille polemiche e pertanto tenuto prudentemente sotto la cenere. Nel frattempo grazie al passaggio alla Chiesa anglicana di padre Antonio (dove ai preti è permesso sposarsi), l'ex monaco di Montecassino può continuare i suoi studi e il suo impegno religioso a Londra, dove vive con la moglie.

IL PASSATO
Sul tappeto resta il problema - almeno per l'Ordine fondato dal Santo di Norcia - del crepuscolo di una delle realtà più antiche e prestigiose della Chiesa. La realtà monastica di Montecassino già una decina di anni fa fu oggetto di un approfondito studio da parte di Benedetto XVI che ne ordinò una riorganizzazione di tipo amministrativo (resa poi attuativa da Francesco). Fino a quel momento l'abbazia figurava anche come diocesi che amministrava oltre che anime, anche terreni e immobili. L'allora abate D'Onorio fu spostato alla diocesi di Gaeta e al suo posto arrivò monsignor Pietro Vittorelli, 191esimo abate dell'abbazia. Apparentemente una giovane promessa del monachesimo, piuttosto brillante e conosciuto, fino a quando nel 2013 si dimise.

Si parlava all'epoca di una malattia, di scompenso cardiaco, poi nel 2015 dalla Procura di Roma uscì una inchiesta dalla quale saltò fuori che aveva una doppia vita: si sarebbe indebitamente appropriato di risorse destinate a finalità di culto e a opere caritatevoli.

La somma contestata era di circa 500.000 euro e alla fine dom Pietro viene rinviato a giudizio per appropriazione indebita. Furono pubblicati anche i suoi scambi whatsap con alcuni amici. In una conversazione privata Vittorelli scriveva: «Sono a Berlino a una festa da pauraè questo il Paradisopoi me ne vado al caldo a cerca' cazzila vita è tiranna e puttanaè per questo che faccio tutto quello che mi pare!».

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