Grasso: con Zingaretti possibile svolta a sinistra. Nessun odio per Gori, ma politiche Leu diverse da Pd

Grasso: con Zingaretti possibile svolta a sinistra. Nessun odio per Gori, ma politiche Leu diverse da Pd
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Sabato 13 Gennaio 2018, 18:43 - Ultimo aggiornamento: 19:41
«Nel Lazio la situazione, rispetto alla Lombardia, è diversa. Ho convocato anche per il Lazio un'assemblea dei delegati regionali che mi hanno dato un mandato per trattare con il presidente Zingaretti, che ricordo che è in carica, per portare avanti politiche di sinistra». Lo dice Pietro Grasso, presidente del Senato e leader di LeU, a Maria Latella a Sky TG 24, sottolineando come da Zingaretti possano arrivare «segnali di discontinuità. Si può ritenere che una svolta a sinistra possa essere il suo programma».

«In Lombardia ci sono stati contatti per tanto tempo in cui si è potuto vedere che non c'erano i presupposti per una coalizione per Giorgio Gori e il cambiamento di un candidato (quello di centrodestra, ndr) non può far cambiare tutto. Nonostante tutto è stata convocata un'assemblea che ha confermato la mancanza di presupposti», afferma ancora il presidente del Senato e leader di LeU. «Non abbiamo né rancore né odio, Gori ha una visione distorta», sottolinea Grasso che, sulla diversità di politiche tra LeU e il candidato Pd ricorda: «Gori, ad esempio, ha appoggiato il referendum autonomista promosso da Maroni».

«Non abbiamo fiducia nelle promesse e nelle azioni del Pd», scandisce Grasso. «Il voto a LeU è il voto che rappresenta quelli che sono i valori e i principi della sinistra. I voti li ha levati forse Renzi quando ha cambiato la sua politica spostandola verso destra. Noi cerchiamo di recuperare i voti che ha perso Renzi», sottolinea poi soffermandosi sulle parole di Matteo Renzi secondo cui il voto a LeU favorisce la Lega.

«Io ho detto soltanto che il nostro è un sistema proporzionale e valuteremo dopo le elezioni quale sarà la situazione. Certo M5S è così ondivago, difficile capire le sue posizioni: quando riuscirà a dare un'esatta valutazione anche noi potremo fare le nostre», afferma poi Grasso rispondendo a chi gli chiede se sia aperto a una possibile intesa con il M5S dopo le elezioni. La chiusura di Laura Boldrini al M5S? «Nessun problema, comprendo Boldrini ma decide qualcun altro». Decido io? «Certo», taglia corto Grasso. 

«Nel simbolo di Forza Italia c'è scritto Berlusconi presidente: pensavo fosse presidente del Milan e quindi nel simbolo c'è già questo, non so se presidente o ex presidente, ma penso che questo certamente sarà un'ulteriore valutazione che faranno gli elettori», afferma poi il leader di Leu soffermandosi sul caso delle presunte indagini sulla vendita del Milan. La questione Milan avrà un impatto sugli elettori del centrodestra? «È una questione legalità - ha sottolineato Grasso - non è una questione Milan. È un problema del Paese: di legalità, onestà, credibilità».

Se LeU esclude le larghe intese con FI? «Lo escludono le loro politiche, la sinistra non potrà mai esser compatibile. La condizione per qualsiasi alleanza è che ci sia una svolta verso la giustizia sociale», risponde Grasso.

«Non sono un uomo solo al comando, sono convinto che la politica non possa essere fatta così. Io sono a capo di un gruppo dove c'è un pluralismo. Ho ottimi rapporti con tutti e pure con D'Alema», afferma ancora il presidente del Senato.

«Al di là delle valutazioni che dovrebbe fare la Consob o la magistratura penso che se fossi premier sarei molto attento alle cose che dico, soprattutto a un finanziere», rileva infine Grasso. Rendere permanente la commissione d'inchiesta? «Bisogna vedere se la commissione è riuscita a raggiungere i suoi fini, se questi scopi non sono stati raggiunti, se la relazione non ci soddisfa dovremmo riprenderla» alla prossima legislatura, spiega.

 
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