«La maggior parte delle vittime provengono dall’Africa e, in particolare, dalla Nigeria – continua -. Sono quasi tutte minorenni e analfabete. Pensano di trovare in Europa un luogo di riscatto dalla loro povertà. Per questo motivo attraversano il deserto e il Mediterraneo, tra sofferenze e fatiche inaudite. Ma ciò non impietosisce i trafficanti che, appena arrivate, le costringono a vendersi» ha aggiunto suor Eugenia. Negli ultimi anni, prima di arrivare, vengono violentate e messe incinte. «I protettori - spiega suor Eugenia – sanno che le migranti incinte godono di percorsi facilitati per ottenere i permessi di soggiorno. Sanno anche che molti clienti delle prostitute chiedono ragazze incinte. Questo dimostra l’aberrazione della tratta, la violenza dei trafficanti e la grettezza dei clienti».
Non si tratta, dunque, solo di violenze fisiche, ma anche psicologiche. Le nigeriane vengono costrette a subire riti voodoo che le legano ai protettori. «Le ragazze – osserva suor Eugenia – non hanno strumenti culturali per resistere a questi riti. Credono realmente a ciò che viene detto loro. In più, esse subiscono quotidianamente le percosse e le minacce di violenze sulle famiglie di origine. Per questi motivi hanno paura a liberarsi dai protettori». La struttura di suor Eugenia assiste da anni le nigeriane sfuggite ai trafficanti. Molte sono state aiutate a reinserirsi nella società ma il progetto della religiosa va molto più lontano e arriva a Benin e a Lagos dove sono state aperte due case per evitare a tante ragazze la schiavitù.
Stamattina Papa Francesco ha invitato «cittadini e istituzioni, a unire le forze per prevenire la
tratta e garantire protezione e assistenza alle vittime» di una «piaga vergognosa».
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