Peritonite fulminante: «Nostro figlio salvo grazie ai medici di Tor Vergata»

Peritonite fulminante: «Nostro figlio salvo grazie ai medici di Tor Vergata»
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Sabato 10 Febbraio 2018, 17:18 - Ultimo aggiornamento: 17:19
Lo scorso 12 agosto verso le ore 09:00 circa, dopo quattro giorni di un normalissimo mal di pancia, alla comparsa di febbre e vomito, abbiamo portato nostro figlio al pronto soccorso del policlinico di Tor Vergata, dove veniva ricoverato in osservazione per sospetta appendicite. Le analisi cliniche sono risultate immediatamente alterate ma sia l’ecografia che la radiografia addominale diedero esito negativo; inoltre, mio figlio non evidenziava alcun sintomo o dolore riconducibile a qualcosa di diverso da una semplice gastroenterite: camminava autonomamente e dall’esame obiettivo non si riscontrava alcuna anomalia.

Nostro figlio veniva, in ogni caso, ricoverato in osservazione. All’inizio del turno di notte, il professor Michele Grande, vista la giovane età del ragazzo, 15 anni, decise di effettuare un ulteriore controllo, disponendo un nuovo prelievo a seguito del quale risultava un importante innalzamento dei valori della Proteina C Reattiva (proteine sintetizzate durante uno stato infiammatorio) e, quindi, si rese necessario effettuare una Tac. Verso le 2:00 del 13 agosto, esaminato il referto, il professor Grande fece irruzione nella stanza avvisandoci che sarebbero venuti a prendere mio figlio per portarlo in sala operatoria. Frastornato dalla stanchezza, chiesi spiegazioni e chiarimenti per le parole frettolose e concitate da lui espresse ed egli, riaffacciandosi rapidamente, mentre lasciava la stanza, esclamò “appendicectomia”, e scappò via di corsa lasciando sventolare dietro di sé il camice bianco da medico che portava sbottonato come il mantello di un super eroe.

E si, non è una metafora, il professore è stato veramente un super eroe! Nostro figlio ha la soglia del dolore molto alta: la sua appendice era esplosa, era in gangrena e il peritoneo era ormai pieno di pus sino al fegato, ma lui camminava e svolgeva regolarmente le sue attività quotidiane nonostante dentro di sé……… “L’intervento è riuscito, ma dobbiamo attendere il decorso post-operatorio: ci sono alte probabilità che bisogni intervenire chirurgicamente di nuovo”: questo fu il resoconto ricevuto al termine dell’intervento! Fortunatamente il decorso è proseguito nel migliore dei modi e la Tac del 14 agosto dichiarava, senza alcun dubbio, che l’intervento era riuscito alla perfezione. Purtroppo la degenza si è prolungata più del previsto: pur seguendo la necessaria terapia post-operatoria, la febbre risultava essere particolarmente elevata e, pertanto, il 19 agosto, l’equipe medica decise di sottoporre nostro figlio a una nuova Tac. La diagnosi fu: “polmonite”; la Tac del 14 agosto aveva già evidenziato la presenza di liquido nei polmoni e, l’elevata difficoltà a deambulare dovuta alla presenza di drenaggi addominali, aveva causato un addensamento dello stesso e la comparsa della polmonite.

Non possiamo nascondere il fatto che è stata una brutta esperienza, oggi saremmo potuti essere qui a raccontarvi un fatto di “malasanità”, e invece siamo qui a raccontarvi un fatto di “ottima sanità” ma soprattutto di straordinaria umanità. Non capiamo molto di chirurgia, ma a chiunque raccontiamo della peritonite di nostro figlio la prima curiosità che viene in mente riguarda il numero dei punti di sutura: il nostro super eroe ha eseguito l’intervento in laparoscopia. Sentiamo in continuazione critiche e lamentele sul funzionamento degli ospedali e sul lavoro degli operatori sanitari: noi, tirando le somme di questa indelebile esperienza, possiamo affermare che “il settimo piano della torre 6" è una macchina perfetta, con tutti gli ingranaggi perfettamente sincronizzati tra loro, sensibile alle richieste esterne e inavvicinabile nel delicato momento delle consegne, affrontato come un congresso di alta medicina”.

Con questa lettera intendiamo ringraziare infinitamente gli operatori sanitari, gli addetti alla pulizia e tutto il personale ospedaliero che hanno mostrato sempre e in ogni momento serietà e dedizione, gentilezza e disponibilità, comprensione ed efficienza; tutto il personale del settimo piano della torre 6, reparto “Chirurgia d'urgenza”, per essere stati presenti durante l’intero periodo di degenza e averci aiutato ad affrontare, giorno dopo giorno, la difficile situazione.
Il professor Grande che, in laparoscopia, è riuscito a salvare la vita di nostro figlio; il professor Masala che, incontrandoci nei corridoi dove attendevamo che eseguissero la Tac di controllo a nostra figlio, si è precipitato in Radiologia per partecipare allo svolgimento dell’esame, mostrando grande affetto nei nostri confronti e una incomiabile dedizione alla professione medica. E non da meno il seguente personale medico: 
Dr. De Maio; D.ssa Federica; Dr. Antonio; Dr. Vita Giuseppe; Sig. Andrea; Sig.ra Mariana; Sig.ra Tania; Sig. Jacopo; Sig.ra Alessia.

Fabrizio e Debora
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