Berlusconi e il dilemma sulla piazza di Salvini

Berlusconi e il dilemma sulla piazza di Salvini
di Mario Ajello
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Lunedì 12 Febbraio 2018, 12:33
Per le elezioni regionali siciliane portò  bene ai leader del centrodestra non farsi mai vedere insieme in piazza. Manifestazioni separatissime. E si vinse. Ma stavolta il problema è più complicato, e sta diventano un rompicapo in casa Berlusconi.

Aggiungersi o non aggiungersi alla manifestazione convocata da Salvini a piazza Duomo a Milano il 24 febbraio? La Meloni è pronta ad andare, Silvio non sa ancora come comportarsi: mi si nota di più se vado o se non vado? Di sicuro, la terza opzione - quella resa celebre da Nanni Moretti: vado e me ne sto in un angolo - non è compatibile con il protagonismo del leader forzista. Quindi? Anche i consiglieri del Cavaliere sono divisi, e qualcuno di loro assicura che Ghedini, in questa fase il più ascoltato dal capo, sia favorevole alla partecipazione.

Un sì alla piazza unitaria darebbe una serie di vantaggi: sgombrare il campo (anche se non è facile) da tutta la contropropaganda che insiste con buoni motivi sulle divisioni tra Berlusconi e Salvini; rassicurare l'elettorato sulla coesione dell'alleanza e rassicurare anche gli osservatori europei sul fatto che Salvini è gestibile e controllabile da vicino; non lasciare al leader leghista la piazza di Milano che è la capitale simbolica del berlusconismo; non far passare l'immagine - nel giorno in cui il Pd farà a Roma la sua manifestazione anti-fascista e anti-razzista e insomma elettorale, che il bipolarismo sia tra Carroccio e dem.

Dunque, Berlusconi andrà? Ancora è tutto da decidere. Anche perché la forza organizzativa della Lega - in termini di bandiere, di masse e di messaggio muscolare su sicurezza e immigrazione - potrebbe soverchiare in piazza Duomo quella di Forza Italia. E sarebbe un autogol micidiale per Silvio.




 
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