Perugina, 48 ore per la resa dei conti della vertenza

Lo stabilimento Perugina di San Sisto
di Federico Fabrizi
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Martedì 13 Febbraio 2018, 16:39
PERUGIA - Giovedì al ministero dello Sviluppo economico si misureranno due strade alternative per la vertenza 
Perugina. Nestlé mette sul tavolo vie d’uscita - le proprie - per tutti i 360 esuberi dichiarati nei mesi scorsi. Nell’ordine: dimissioni con bonus di 60mila euro, ricollocamenti e contratti part-time. I sindacati - almeno una parte - battono sul prolungamento della cassa integrazione.
I numeri di Nestlé sono stati diffusi ieri dal direttore delle relazioni industriali della multinazionale Gianluigi Toia attraverso l’Ansa. In 70 hanno accettato la buona uscita da 60mila euro. Altre aziende locali hanno messo a disposizione 43 contratti a tempo indeterminato per riassumere gli operai di San Sisto (le imprese ottengono da 
Nestlé 30mila euro per ciascun addetto). E ancora: 50 posti sono a disposizione dal gruppo che oggi fa logistica a San Sisto. Sui ricollocamenti si prepara un bando interno. Quindi: 70 più 43 più 50 fa 163. Sul tavolo ci sono pure 10 posti nello stabilimento Nestlé di Scarperia (Fi) e altri a Benevento. Se a queste cifre si sommano 150 full-time ridotti a part-time, la vertenza Perugina sarebbe chiusa.
Ieri il “Comitato resilienza operai Perugina” ha incontrato una delegazione del consiglio regionale chiedendo di rinegoziare la trattativa per ottenere una deroga alla Cassa integrazione. «Agire subito», ha risposto la presidente dell’Aula Donatella Porzi; Eros Brega: «Alzare il livello del dibattito», e Giacomo Leonelli: «Coinvolta la giunta, auspichiamo che anche il sindaco faccia la sua parte». Per Luca Turcheria (Flai Cgil) occorre «Fare pressioni sul governo perché Nestlé ritiri gli esuberi e utilizzi tutti gli strumenti messi a disposizione dallo Stato. L’unica gestione possibile è quella che permetta di trovare soluzioni in maniera volontaria». Giovedì la resa dei conti di fronte al viceministro allo sviluppo economico Teresa Bellanova.
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