Arezzo, morì per sfuggire a stupro: il pm chiede di non sentire Verdone in aula

Arezzo, morì per sfuggire a stupro: il pm chiede di non sentire Verdone in aula
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Martedì 13 Febbraio 2018, 19:24 - Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 08:53
È iniziato oggi al Tribunale di Arezzo il processo per la morte della ventenne Martina Rossi di Genova, avvenuta il 3 agosto 2011 durante una vacanza in Spagna. Per il decesso di Martina, precipitata dal sesto piano dell'hotel Santa Ana a Palma di Maiorca, sono imputati due giovani aretini: Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, rispettivamente di 25 e 26 anni, accusati del reato di morte in conseguenza di tentata violenza sessuale. Durante l'udienza il procuratore capo Roberto Rossi ha chiesto al Tribunale di eliminare dalla lista dei testimoni il nome dell'attore e regista Carlo Verdone, indicato dal difensore di uno degli imputati. Verdone, secondo l'avvocato Tiberio Baroni, difensore di Albertoni, dovrebbe riferire sulla scena di un film nel quale l'aspirante suicida si lancia dal balcone in modo perpendicolare. Questo per dimostrare, come sostiene il difensore, che sotto vari profili, anche nelle ricostruzioni cinematografiche, quella dinamica è possibile. La difesa degli imputati sostiene infatti che Martina Rossi si suicidò gettandosi dal sesto piano dell'albergo. La Procura ritiene invece che Martina Rossi perse la vita per sfuggire alla violenza sessuale di Luca Vanneschi e Alessando Albertoni nella loro camera.

I due giovani non erano presenti oggi in aula.
Gli avvocati Stefano Buricchi, difensore di Vanneschi, e Tiberio Baroni, difensore di Albertoni, hanno presentato eccezioni di nullità per far saltare il processo. La decisione del collegio del Tribunale di Arezzo, presieduto dal giudice Angela Avila, ci sarà nella prossima udienza fissata per il 27 marzo. Il giudice si è riservata anche la decisione sull'esclusione di Verdone dall'elenco dei testimoni. Il padre e la mamma di Martina, Bruno e Franca Rossi, che hanno seguito ogni tappa della vicenda giudiziaria, hanno detto: «Avremo giustizia». 
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