Albero genealogico racconta 500 anni dell'umanità per 13 milioni di persone: indietro di 11 generazioni

Albero genealogico racconta 500 anni dell'umanità per 13 milioni di persone: indietro di 11 generazioni
di Paolo Travisi
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Martedì 6 Marzo 2018, 18:39 - Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 17:10
Gli ultimi 500 anni dell'umanità, intrecciati nelle parentele di 13 milioni di persone, raccontati nel primo albero genealogico digitale. Un progetto dalle grandi ambizioni, sviluppato dalla Columbia University di New York, che ha ricostruito i legami parentali di 11 generazioni, attingendo ad una banca dati online con 86 milioni di profili. Sulla piattaforma Geni.com infatti, sono presenti i dati genealogici di persone provenienti da tutto il mondo, (l'85% sono europei ed americani) che hanno inserito informazioni personali al fine di rintracciare le loro origini.

Partendo dall'analisi del sito, l'impresa del team di ricercatori, coordinati dal professor Yaniv Erlich dell'università di New York, è stata dare un ordine schematico all'enorme mole di informazioni contenenti cognomi, matrimoni, origine geografica, legami parentali, migrazioni. Con l'applicazione della teoria algebrica dei grafi, quei dati sono divenuti i rami di un albero genealogico dalle proporzioni mai viste. Il digitale si è intrecciato con la storia secolare dell'umanità: 13 milioni di persone ritrovate nel tempo e nello spazio. E non solo, perché questa fotografia genealogica ha consentito agli studiosi di tracciare anche le tendenze socio-culturali ed economiche degli ultimi cinque secoli. Un esempio in particolare ci riporta ai decenni della rivoluzione industriale. Se nell'era precedente al 1750, ad economia prettamente agricola, i matrimoni avvenivano nell'arco del vicinato, entro i dieci chilometri di distanza. Dopo due secoli d'industrializzazione, l'amore si trova anche a 100 km da casa, grazie al progresso nei trasporti. Ma non sarebbe la mobilità, la responsabile della diminuzione dei matrimoni tra cugini, una pratica abbastanza comune nell'Ottocento. Il cambiamento è stato prodotto dalla cultura, secondo la ricerca della Columbia University, che sottolinea un altro fattore interessante. La durata della vita di ognuno di noi è influenzata anche dal Dna dei nostri avi: la parentela influirebbe sul 16% nell'aspettativa di vita. Come dire cinque anni in più. Lo studio, fresco di pubblicazione su Science, punta a creare un albero genealogico ancora più grande. L'obiettivo è arrivare al primo antenato. Uomo della preistoria indietro di 65 generazioni.


 
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