Francesco Rutelli: «Ora ripartire dalla Formula E, grandi eventi cura per la città»

Francesco Rutelli: «Ora ripartire dalla Formula E, grandi eventi cura per la città»
di Lorenzo De Cicco
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Lunedì 16 Aprile 2018, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 18:44
Nessuna metropoli può trasformarsi senza accettare le sfide dei grandi eventi. Ecco perché è positivo che Raggi ora abbia puntato sulla Formula E», dice Francesco Rutelli, uno che di grandi eventi se ne intende, essendogli toccato amministrare, da sindaco di Roma, il Giubileo del 2000, ottocento cantieri, milioni di turisti, «tutto senza un avviso di garanzia o un morto sul lavoro, eh», ci tiene a ricordare. «Certo, per quel no alle olimpiadi del 2024 ci sarebbe ancora da mangiarsi le mani. Pensare che solo dal Cio Roma avrebbe avuto un miliardo e mezzo di euro. Un miliardo e mezzo...».

Dopo avere visto i bolidi elettrici sfrecciare all’Eur, Malagò ha detto: Roma può ospitare grandi eventi, senza paura. D’accordo col presidente del Coni?
«Assolutamente si. L’evento è stato ben organizzato, ha dato un’opportunità di lavoro a molti. Se penso a ciò che muove la Maratona di Roma, istituita dalla mia giunta, chi potrebbe tornare indietro? L’organizzazione di grandi appuntamenti aiuta la crescita economica. Oggi non ho ruoli politici, ma cercherò di dare un contributo a Roma organizzando con l’Anica dal 19 al 28 ottobre “Videocittà”, in parallelo alla Festa del Cinema».

Che segnale è stata la Formula E per chi, in Campidoglio, fino a un anno fa metteva veti sui grandi eventi e agitava lo spauracchio del presunto malaffare?
«Allora, va riconosciuto alla giunta Raggi di aver puntato su questa competizione... Prendiamo il buono che ne può derivare».

Sulle olimpiadi il M5S ha fatto inversione a U. Bocciata Roma 2024, ora i grillini tifano per Torino 2026. Meglio tardi che mai? Oppure rimpiange l’occasione sciupata per Roma?
«Impossibile non rimpiangerla! L’associazione tra grandi eventi e malaffare non è una condanna, se la regia pubblica è forte, i progetti sono utili per la città e le procedure trasparenti».

Quanto pesano i grandi eventi per risolvere i problemi endemici della Capitale, per esempio le buche? All’Eur, con la Formula E, sono sparite le voragini...
«I grandi eventi sono fondamentali, possono essere un acceleratore. Poi è sulla programmazione ordinaria che si misura la qualità della vita. Barcellona ‘90 è stata un successo, Atene 2004 ha sprecato e fallito, mentre Londra 2012 ha valorizzato alla grande la parte orientale della città».

Qual è il punto?
«Che gli eventi internazionali o sono al servizio di una corretta modernizzazione urbana, oppure possono essere fonti di spreco e crisi. Il nostro Giubileo del 2000 resta come un successo, ha lasciato strutture moderne, manutenzioni e restauri. E non c’erano buche». 

Ecco, torniamo alle buche. Un male atavico di Roma, certo. Ma la situazione oggi le sembra peggiorata? Perché?
«Non servono riparazioni-spot, che alla prima pioggia peggiorano le cose. Ci vorrebbe un programma pluriennale. Gare trasparenti, basate sulla qualità più che sul massimo ribasso. Penso che il Comune debba chiedere al governo un co-finanziamento. Per tornare alla Formula E, l’anno prossimo chiederei agli organizzatori di utilizzare i mezzi che hanno asfaltato il circuito per rifare i “tappetini” stradali in periferia».

Perfino la malandata Atac l’altro ieri è sembrata funzionare a dovere... Allora Roma può essere una metropoli “normale”? O è stata la magia di un gran premio?
«Mettiamola in positivo: se il rodaggio della giunta Raggi è finito, i romani si aspettano più bus, più manutenzione ordinaria, verde e pulizia all’altezza. Ma non dimentichiamo che il potere non è solo in mano alla politica: occorre la collaborazione dei cittadini. Altrimenti, passati l’evento, la cena-chic o la sfilata, si torna nella depressione quotidiana».
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