Il rapporto, redatto da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della Lav, è stato patrocinato dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri e dalla Fondazione Antonino Caponnetto. I reati contro gli animali, hanno visto coinvolte ben 115 Procure Ordinarie e 25 Procure presso i Tribunali per i Minorenni, che significano l’83% di tutte le Procure del Paese.
“Il primo dato che emerge dal nuovo Rapporto, ha affermato Troiano, è la conferma della capacità penetrante della criminalità organizzata in settori diversi ma accomunati dal coinvolgimento di animali. Interessi che si intrecciano con attività quali la corruzione, la connivenza con apparati pubblici infedeli, il perturbare degli appalti, il controllo delle attività illegali sul territorio”. Dal traffico di cuccioli, alla gestione dei canili, al controllo dei pascoli, la criminalità cerca nuove fonti di guadagno.
Tra i reati più gravi denunciati, quelli legati ai combattimenti “sono un vero affare per la criminalità, con migliaia di animali, sottolinea il Rappporto, vittime ogni anno”. Nella speciale, tragica classifica, stilata nel documento, la Procura di Brescia si conferma in testa, con riferimento al numero dei procedimenti per reati contro gli animali nel 2017: 527 con 387 indagati. Molti di questi, più della metà, per fatti criminosi legati alla caccia. A seguire, Vicenza e Udine, Napoli e Roma, Milano e Torino e poi, Palermo. Fanalini di coda, Crotone, con nessun procedimento nel 2017 e la Procura di Savona, che risulta quella con meno fascicoli, soltanto 3, peraltro a carico di ignoti.
(foto di LAV)
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