Salta l’affido condiviso. Altolà dei Cinquestelle, Fontana: «Si cambia»

Affido condiviso, cambiano le regole
di Stefania Piras
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Venerdì 14 Settembre 2018, 00:11 - Ultimo aggiornamento: 08:57

Il senatore leghista Simone Pillon sogna una riforma dell’affido bipartisan, si dice pronto «ad accogliere suggerimenti e proposte di modifica». Ma i quattro pilastri del disegno di legge sull’affido condiviso scolpiti nel contratto di governo non si toccano, scandisce. E quindi per lui rimangono: la mediazione obbligatoria tra coniugi che vogliono separarsi, tempi paritari tra madre e padre per stare con il bambino, assegno di mantenimento diretto solo su base proporzionale «e quindi in base alle proprie risorse», e infine il contrasto all’alienazione parentale che è il grimaldello giudiziario con cui gli ex si accusano di prevaricazioni e abusi solo con l’obiettivo di separare il figlio da uno dei genitori e appunto alienarlo.

LE FALSE DENUNCE
Qui il senatore Pillon dice: «Le false denunce di violenza saranno considerate come violenza». É un punto in cui la Lega crede molto citando il contatto diretto con diverse esperienze di associazioni di madri ma soprattutto di padri separati. 
«Sentendo il parere degli esperti e degli avvocati, persone che hanno avuto esperienza sul campo, non escludo che si possa modificare qualcosa. Vedremo. Spesso alcuni genitori lamentano di non poter vedere il proprio figlio», ribadisce. Dopo l’ondata di proteste con la quale opposizione e associazioni hanno accolto il testo cofirmato da due senatori del M5S, anche il ministro per la Famiglia, il leghista Lorenzo Fontana, ha detto che si stanno studiando modifiche e che «non si può parificare tutto».

Il disegno di legge insiste infatti sulla bigenitorialità perfetta. Un elemento imprescindibile per il senatore Pillon che ieri ha tenuto una lunga riunione con i colleghi pentastellati per riaprire un dossier che considerava quasi chiuso. Ma chiuso non è. Quindi entro una settimana i senatori di entrambi i partiti sono d’accordo a portare in audizione esperti ed esponenti di associazioni che approfondiscano la materia. Dalle parti dei Cinque Stelle ci sono fortissimi dubbi. Fonti qualificate di Montecitorio parlano di «legge che deve assolutamente inglobare i presupposti della convezione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne». «Perché sia chiaro - continuano - questa legge non deve valere in caso di violenza sul coniuge». 
Anche il capogruppo al Senato del M5S Stefano Patuanelli spiega che c’è un confronto aperto in maggioranza perché «non c’é una visione univoca tra noi e la Lega».

Il senatore M5S Mattia Crucioli che sta esaminando il testo in commissione parla di «testo innovativo ma che contiene aspetti molto delicati e personalmente ritengo ci debba essere un attento approfondimento sull’ idea che i bambini delle coppie separate debbano passare un tempo equipollente con la previsione di un doppio domicilio e quindi che il minore debba spostarsi da una casa all’altra senza avere più un punto di riferimento. Questo dovrà assolutamente essere vagliato con gli psicologi infantili». E ha lanciato un appello alla società civile che volesse venire in commissione a parlarne. Il Pd giudica il ddl «non emendabile» e chiede di ritirarlo subito. Ed è questo l’aspetto che più fa infuriare Pillon che cita un ddl presentato cinque anni fa dai dem che ricalca gli stessi principi su cui si è basato lui per scrivere il suo testo. Anche qui vale la formula del contratto sottoscritto da Luigi Di Maio e Matteo Salvini che dice che bisogna istituire un «autentico equilibrio tra entrambe le figure genitoriali». 

 

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