C'è un indagato nell'inchiesta sulla morte dei 5 operai uccisi dal gas sprigionato dai liquami mentre lavoravano alla rete fognaria di Casteldaccia. Si tratta di Nicolò Di Salvo, il titolare della Quadrifoglio, la ditta che aveva le opere in subappalto. L'accusa è di omicidio colposo plurimo. L'uomo avrebbe ricevuto in serata un avviso di garanzia, atto dovuto perchè possa nominare un medico legale di fiducia che parteciperà domani all'autopsia delle vittime. Al momento dunque Di Salvo, che deve rispondere delle misure di sicurezza di cui aveva dotato gli operai, sarebbe l'unico indagato. Nell'incidente ha perso la vita il socio dell'imprenditore, Epifanio Alsazia. L'inchiesta è coordinata dalla pm Elvira Cuti. L' autopsia, a cui potranno partecipare anche i consulenti dei familiari delle vittime, sarà eseguita all'istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo dalla dottoressa Stefania Zerbo.
Casteldaccia, la rabbia dei parenti degli operai: «Non avrebbero dovuto scendere nella fogna»
Le indagini
Secondo le prime ricostruzioni, le vittime lavoravano per la Quadrifoglio Group che si era aggiudicata in subappalto dalla Tek i lavori di manutenzione della rete fognaria di Casteldaccia e di altri comuni, lavori esternalizzati da Amap, la municipalizzata del capoluogo, e non sarebbero dovute scendere nell'impianto ma avrebbero dovuto procedere allo spurgo dei tombini dalla strada.
La sicurezza
Le indagini puntano a chiarire eventuali falle nella sicurezza - nessuno degli operai indossava mascherine -, con quali criteri fosse stato selezionato il personale che non sarebbe stato specializzato e non avrebbe seguito corsi di sicurezza e perché il tecnico Amap ha autorizzato le vittime a scendere nella stanza dell'impianto. C'è da chiarire anche la catena di responsabilità nella vigilanza sui lavori subappaltati alla ditta. «Chiediamo risposte immediate all'Ispettorato nazionale del lavoro, al ministro del Lavoro e alla Regione Siciliana», dice Fp Cgil Sicilia. «Ricordiamo che ad oggi, in Sicilia - si legge nella nota - sono stati inviati dall'Inl solo 30 ispettori del lavoro, nessuno con le professionalità tecniche necessarie per fare verifiche in ambienti confinati come quello di Casteldaccia. Per di più gli ispettori inviati resteranno solo sino a fine anno, mentre la sicurezza e la tutela del lavoro non hanno scadenze temporali. È fondamentale avere un presidio stabile anche in Sicilia: occorre provvedere al più presto all'invio di altri ispettori del lavoro e di ispettori tecnici, garantendo la loro piena operatività e superando inesistenti ostacoli burocratici».