Coronavirus. Tampone rapido e test per chi torna dall’estero

Coronavirus. Tampone rapido e test per chi torna dall estero
di Francesco Pacifico
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Giovedì 13 Agosto 2020, 00:38 - Ultimo aggiornamento: 17:51

Tamponi per chi rientra in Italia da Croazia, Malta, Grecia e Spagna. «Ho appena firmato - ha comunicato il ministro della Salute, Roberto Speranza - una nuova ordinanza che prevede test molecolare o antigenico per chi arriva» in Italia dai Paesi a rischio. Quelli dove stanno salendo i casi di Covid. È stata aggiunta la Colombia nella lista delle nazioni per le quali è previsto divieto di ingresso e transito. 

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Ieri - mentre si sono registrati oltre una ventina di contagiati di italiani in vacanza nelle località sopracitate - è stato evitato in extremis il “federalismo” sui controlli ai viaggiatori di ritorno dalle zone a rischio. Dopo le minacce di alcune Regioni di muoversi autonomamente, il governo, con l’ordinanza emanata, da Speranza, ha previsto che chi rientra nel Belpaese debba dimostrare di non essersi ammalato. Tre, in estrema sintesi, le modalità: tampone e test per scoprire gli antigeni da effettuare prima della partenza (precisamente entro 72 ore prima), esami rapidi in porti e aeroporti, oppure obbligo di fare il tampone entro 48 dallo sbarco in Italia. Tutti - in arrivo dai Paesi a rischio - devono comunicare alle autorità competenti i loro movimenti.

Ieri si è tenuto in videoconferenza un vertice molto teso con, da un lato, il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, e i colleghi Speranza (Sanità) e Stefano Patuanelli (Sviluppo economico), dall’altro i governatori Donato Toma (Molise), Luca Zaia (Veneto), Massimiliano Fedriga (Friuli-Venezia Giulia), Alberto Cirio (Piemonte), Marco Marsilio (Abruzzo) e alcuni assessori in rappresentanza delle altre Regioni. E se le posizioni sono rimaste distanti sulla chiusura delle discoteche e sull’obbligo di mascherina anche all’aperto, le parti in campo hanno trovato un’intesa dopo non poche difficoltà sulle modalità di controllo sui viaggiatori provenienti da Croazia, Malta, Grecia e Spagna. Che poi in serata è stata trasferita in un’ordinanza del titolare della Salute. E non è stato facilissimo perché Lazio, Emilia-Romagna e Campania, in forme diverse, avevano già annunciato l’avvio dei tamponi per chi proveniva dall’estero, mentre la Puglia guardava all’obbligo di quarantena. 

Il testo emanato ieri dal ministero prevede che a quelli che «nei quattordici giorni antecedenti hanno soggiornato o transitato in Croazia, Grecia, Repubblica di Malta o Spagna», sarà imposto di presentarsi al rientro in Italia «con l’attestazione di essersi sottoposti, nelle 72 ore antecedenti, a un test molecolare o antigenico, effettuato per mezzo di tampone e risultato negativo». Altrimenti, lo stesso test va effettuato al momento dell’arrivo in porto o in aeroporto. Al riguardo saranno collocati appositi presidi negli scali principali come Malpensa e Fiumicino a Roma, per estenderli in altri porti e aeroporti. Dove non è possibile - per esempio per chi si muove in auto - i viaggiatori in rientro hanno 48 ore di tempo dall’arrivo in Italia per effettuare i test. In ogni caso chiunque, «anche se asintomatico», deve «comunicare immediatamente il proprio ingresso» alle Asl. Ma chi riscontra i sintomi del Covid deve mettersi in isolamento e avvertire le autorità. Il Lazio, ha fatto sapere l’assessore Alessio D’Amato, è «pronto con i tamponi ai drive-in per chi viene da Grecia Spagna Malta e Croazia. Si segnalerà l’arrivo sulla app Lazio Doctor Covid o al Numero Verde 800.118.800». Intanto le autorità italiane continuano a registrare nuovi positivi tra chi rientra dai Paesi a rischio: in Lombardia sono risultati contagiati una decina di ragazzi provenienti dalla Croazia, idem con una compagnia di 5 giovani di ritorno dallo stesso Paese in Liguria. Nel Lazio, invece, tra i nuovi casi, 2 erano stati in Spagna, altri 2 in Grecia, uno a Malta e uno in Croazia. Anche per questo i governatori hanno apprezzato l’ordinanza di Speranza. Ma guai a pensare che siano rientrate le spinte in avanti sui controlli da parte delle Regioni. In Emilia-Romagna Bonaccini ha pronta un’ordinanza che obbliga le badanti da Paesi extra Schengen e da Romania e Bulgaria «ad autodichiararsi ai fini dell’autoisolamento di 14 giorni» all’Asl competente, per poi essere contattati per fare il primo tampone e poi quello di conferma entro dieci giorni. In Friuli-Venezia Giulia Fedriga non esclude controlli più stringenti alle frontiere con la Croazia.
 

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