A ripartire lunedì prossimo, tutta insieme e tutti nello stesso giorno, sarà la scuola anche se Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli e della conferenza Stato-Regioni, chiede «di rivedere gli orari di entrata e di uscita».
La tensione è alta e le pressioni, in vista della stesura finale del decreto, sono tante. La riapertura “a metà” di bar e ristoranti, consentendo di servire i clienti solo a chi dispone di spazi all’aperto, funge da detonatore di ulteriori polemiche anziché, come era nelle intenzioni del governo, iniziare a ridare fiducia a un settore stremato. Coloro che non hanno spazio sufficiente per riaprire all’aperto protestano e le associazioni di categoria premono per far slittare alle 23 il coprifuoco visto che si potrà andare anche di sera al ristorante o al pub.
Riaperture, Fedriga: «Si poteva riaprire di più, regole stringenti e non divieti assoluti»
L’ARIA
Proprio per questo, secondo quanto ricostruito con fonti al lavoro sul dossier, su pressione di Lega e FI, nel decreto sulle riaperture potrebbe arrivare un via libera, almeno a pranzo, per tutti i bar e i ristoranti anche quindi utilizzando gli spazi interni, da metà maggio. Ovviamente rispettando le regole di distanziamento che le Regioni hanno già stilato: porte e finestre aperte per consentire il ricambio dell’aria, distanza tra i tavoli di almeno un metro, che diventano due nel caso di scenari epidemiologici ad alto rischio.
Mentre sullo slittamento del coprifuoco non sembrano esserci al momento margini per arrivare alle 23 già da lunedì prossimo, per il ristorante al chiuso c’è qualche possibilità di poter prenotare se non da subito, a metà maggio appunto.
In attesa della riunione del consiglio dei ministri che dovrebbe approvare il nuovo decreto nella giornata di domani o di mercoledì, si riunirà oggi il Cts per valutare il pass che da lunedì servirà per spostarsi tra regioni di diverso colore e per partecipare a concerti, andare allo stadio o al cinema. Nella fase iniziale dovrebbe bastare un certificato che dimostri una delle tre condizioni richieste (vaccinazione, test negativo nelle ultime 48 ore, avvenuta guarigione), ma si valuta anche l’app con un codice Qr da esibire sul modello del pass europeo allo studio a Bruxelles.
LA BUSSOLA
«Si poteva riaprire di più, ad esempio le palestre con le lezioni individuali che non sono fonte di particolare contagio. Su qualche dettaglio potremmo collaborare col Governo per migliorare le misure», sostiene il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga. Spinge per allungare l’orario del coprifuoco il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, che plaude alla stagione delle riaperture, ma, avverte, «alcune cose ancora non tornano».
Il ministro Speranza invita a «tenere insieme due parole: fiducia e prudenza. C’è l’esigenza di ripartire, ma va fatto con gradualità. Non ci sarà un ‘giorno X’ in cui tutte le misure spariranno». Di riaperture frutto di una «decisione politica sul filo del rasoio, ma inevitabile», parla Nino Cartabellotta presidente di Fondazione Gimbe
Gli effetti di un’Italia rosso-arancione e gialla si protrarranno almeno sino alla metà di giugno e di conseguenza nelle prossime settimane il governo farà una valutazione delle misure ed è pensabile che per metà del mese prossimo potranno esserci altre riaperture sempre che prosegua a ritmi serrati la campagna vaccinale e scendano i contagi.