Discoteche, ora è scontro. E l’Oms “avvisa” i giovani

Discoteche, ora è scontro. E l Oms avvisa i giovani
di Mauro Evangelisti
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Giovedì 13 Agosto 2020, 00:38 - Ultimo aggiornamento: 00:43

Scontro governo-Regioni sulle discoteche. La sintesi è semplice: il governo vuole chiuderle, molti governatori vogliono tenerle aperte. Il decreto del 7 agosto in realtà già vieta quel tipo di attività, ma le Regioni, in deroga, hanno riaperto i locali da ballo. Visto che ora il numero di contagi è in risalita, Speranza torna alla carica per imporre lo stop. Nel vertice di ieri non si è trovata un’intesa e la trattativa proseguirà oggi. Tutto questo avviene nel giorno in cui l’Organizzazione mondiale della Sanità chiede a Italia e Spagna di impegnarsi per fermare subito l’incremento dei nuovi casi positivi, alimentato anche dagli effetti della movida estiva e dal mancato rispetto delle regole.

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Mike Ryan, direttore esecutivo del Programma per le emergenze sanitarie, chiede ai due Paesi (che per la verità hanno due situazioni epidemiologiche assai differenti, con l’Italia che comunque ha assai meno casi giornalieri di Francia e Germania) di raddoppiare gli sforzi, «adesso dobbiamo spingere il virus verso il basso, questo non avverrà spontaneamente». Spiagge, folla, nightlife, discoteche all’aperto: i ragazzi rischiano di diventare moltiplicatori del virus e per questo anche il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, in occasione dell’International Youth Day, lancia un richiamo: «I giovani hanno un grande ruolo nel contenere l’epidemia di Covid-19, e anche se la maggior parte di loro non è a rischio di avere la malattia in forma grave, hanno la responsabilità di aiutare a fermare la trasmissione del virus».

In questo scenario, che ha portato a una drastica riduzione dell’età media dei nuovi positivi, si inserisce il braccio di ferro tra le Regioni e il Governo sulle discoteche in questa seconda parte del mese di agosto. La linea del ministro della Salute, Roberto Speranza, è quella di un richiamo a maggiore prudenza, le immagini che, ad esempio, arrivano dalla Puglia, con concerti e feste nei locali sulla spiaggia affollati, simili a quelle che si vedevano in epoca pre Covid, preoccupano. Speranza ha insistito sul problema delle «discoteche e degli stabilimenti affollati durante questo tipo di eventi, è necessario prendere ulteriori provvedimenti».

Anche il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, ha spiegato nel vertice con i presidenti e gli assessori delle Regioni, in videoconferenza, che su discoteche e luoghi da ballo il Governo chiede maggiori controlli, vigilanza massima. Ma alla linea del rigore quasi tutte le Regioni hanno risposto con una frenata: chiudere tutto oggi causerebbe danni economici sia ai gestori dei singoli locali, sia a tutto il settore del turismo in generale. Si potrebbe trovare una soluzione di compromesso con un rafforzamento dei controlli e un maggiore rigore nel non consentire l’uso, per nessuna ragione, delle zone al chiuso. Il governatore dell’Abruzzo, Marco Marsilio, lo dice apertamente: «Alla fine non c’è stata una decisione, il confronto continua. L’Abruzzo, ma lo stesso vale per buona parte delle Regioni che hanno espresso la mia stessa linea, ritiene che si debba consentire l’attività delle discoteche, all’aperto. In Abruzzo, più della metà dei casi che abbiamo registrato nell’ultima settimana sono immigrati che ci hanno portato nei Centri di accoglienza o stranieri e italiani che rientrano dall’estero dalle ferie. Francamente non ho ancora focolai che nascano da una discoteca, mettersi a fare gli arcigni contro chi balla non va bene. Il governo vuole una linea più dura, ma molte regioni non sono d’accordo».

Dalla Puglia, il governatore Michele Emiliano parla della necessità di ulteriori misure di prevenzione e dell’allarme per le foto che mostrano assembramenti, ricorda che «sino ad oggi in Puglia non c’è nemmeno un caso Covid legato alle discoteche» anche se ora bisogna alzare la guardia a causa dei casi di rientro che hanno alimentato l’epidemia. Ma dalla Sardegna alla Liguria, dalla Romagna al Veneto, tutti concordano sulla necessità di maggiori controlli, garantendo però l’attività anche in vista del giorno più importante dell’estate, Ferragosto. Su una linea della prudenza, più vicina a quella di Speranza, c’è il Lazio, ma la partita si concluderà solo oggi.
 

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