Ha il volto con una maschera che ricorda Pippo, il cartone della Disney. Ma è tutto tranne che finzione. Jonathan Galindo è il gioco social estremo che nell'ultimo anno ha spinto più di un bambino all'autolesionismo o addirittura al suicidio, come potrebbe essere nel caso del bimbo di 9 anni di Bari morto impiccato oppure quello di 11 anni di Napoli che si è lanciato nel vuoto. Si tratta di una "gara" che ha diversi step di difficoltà che inizia con una richiesta inviata sui social, Instagram, Facebook o anche TikTok: «Vuoi giocare con me?». Ma è tutto tranne che un gioco: è l'inizio di un incubo.
Jonathan Galindo, il gioco estremo
Jonathan Galindo è un fenomeno molto conosciuto negli Usa, arrivato in Europa prima in Spagna e Germania e poi approdato in Italia.
Tra le prove - come raccontano alcuni ragazzini sui social - c’è quella di incidere con una lama sulla pelle dell’addome le lettere iniziali del proprio nome ma anche il numero del diavolo 666. Il tutto nasce da una maschera creata da Samuel Catnipnik, un produttore di effetti speciali cinematografici, per scherzo. Il problema è che qualcuno si è divertito a “rubare” la creazione di questo produttore inscenando un personaggio, Jonathan Galindo appunto, per creare challenge pericolose per i più giovani.