Sciopero generale 26 maggio: trasporti, scuole e ospedali, tutti i servizi a rischio

L'Usb garantisce: assicurati i servizi essenziali. Disagi anche per asili nido e materne

Una manifestazione dei sindacati sotto la prefettura di Terni
di Andrea Bulleri
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Mercoledì 24 Maggio 2023, 19:21

Trasporti, scuole e uffici pubblici. Si preannuncia un venerdì nero sul fronte di molti servizi essenziali per i cittadini: per venerdì 26 maggio infatti è stato indetto uno sciopero generale, che metterà a rischio la normale frequenza di treni, bus e metro. Possibili disagi anche per quanto riguarda gli istituti scolastici di ogni ordini e grado, a cominciare da asili nido e materne, così come per alcuni servizi sanitari (fatti salvi quelli essenziali).

Trasporto aereo salvo

Lo sciopero, indetto dai sindacati di base della confederazione Usb, con l’adesione di Usb Ps e Fisi, non riguarderà il trasporto aereo, né toccherà la regione Emilia Romagna alle prese con le conseguenze dell’alluvione. A rischio, invece, i convogli: sia quelli di Trenitalia (dalle 9 alle 17) che quelli di Italo.

Possibili disagi anche per gli utenti di Trenord (da mezzanotte alle 23:59). Verranno comunque garantiti i treni a lunga percorrenza nelle fasce comprese tra le 6 e le 9 e le 18 e le 21: il consiglio, in ogni caso, è quello di controllare lo stato del proprio treno sul sito internet della compagnia.

La protesta interesserà poi il settore scuola e il trasporto pubblico locale, così come gli uffici pubblici, i cui orari potrebbero subire modifiche e limitazioni, e anche - si legge sul sito della Usb - i servizi sanitari e gli ospedali. Dove comunque, precisa il sindacato di base, «verranno garantiti i servizi minimi essenziali». Anche se non si può escludere qualche coda più consistente del solito, a cominciare dai pronto soccorso. 

Disagi per nidi e materne 

Per la scuola, l’allerta riguarda gli istituti di ogni ordine e grado, comprese scuole dell’infanzia e asili nido. Nei giorni scorsi, una circolare del Miur ha avvisato le famiglie della possibilità di riduzioni della didattica. Si tratta, spiegano i proponenti, di una mobilitazione per «sfidare il governo e i sindacati confederali del tutto immobili e accondiscendenti nei confronti dello stesso attraverso la propria piattaforma rivendicativa che tiene al centro alcuni punti chiari». Tra le richieste dei sindacati di base spicca quella relativa all’aumento di stipendio, ma non solo: Usb chiede infatti «300 euro netti di aumento mensili, stabilizzazione dei precari, un milione di assunzioni stabili, reinternalizzazione di tutti i servizi»

 

Sciopero nazionale di otto ore, sempre venerdì, anche per i metalmeccanici del settore delle telecomunicazioni: a proclamare le agitazioni sono state le sigle Fim, Fiom e Uilm, con manifestazione a Roma sotto il ministero delle Imprese e del made in Italy. Lo ricorda il sindacato, sottolineando che quello delle Tlc è un settore che complessivamente tra diretti e indotto in Italia occupa circa 200 mila lavoratori di cui circa 25 mila sono metalmeccanici, per lo più presenti nei grandi gruppi delle aziende del settore dell'impiantistica e della manutenzione delle reti. Dunque, è la richiesta dei sindacati, serve subito «un tavolo di settore con il governo». 

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