Milano, stupra ragazza e picchia il fidanzato, il giudice: «E' un sadico»

Milano, stupra ragazza e picchia il fidanzato, il giudice: «E' un sadico»
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Venerdì 11 Gennaio 2019, 19:58
Ha «manifestato un coefficiente di sadismo ben al di là della mera soddisfazione dei propri desideri sessuali», anche con «l’umiliazione delle vittime» e le «sue dichiarazioni nel corso dell’udienza sono risultate gravemente offensive e denigratorie nei confronti delle vittime» stesse. Lo scrive il gup di Milano Guido Salvini nel motivare la condanna a dieci anni di reclusione inflitta lo scorso novembre a Freilin David Lopez Villa, un colombiano di 26 anni, in carcere dal marzo 2018 per aver rapinato una coppia di fidanzati picchiando il ragazzo di 23 anni, violentando la ragazza diciannovenne e puntando contro i due studenti, che si erano appartati di sera in auto in una zona periferica di Milano, una pistola, rivelatasi poi un’arma giocattolo. Il giudice, nelle motivazioni da poco depositate, ricostruisce quei fatti da arancia meccanica e quell’episodio «che ha avuto notevole risonanza a Milano e destato allarme sociale», su cui hanno indagato i carabinieri e il pm Luca Gaglio.

FUNGHI ALLUCINOGENI
La coppia di ragazzi è stata sorpresa in una zona isolata della città, mentre era appartata in macchina tra via Peressutti e via Chopin, alla periferia sud di Milano. Minacciati, aggrediti, tenuti in ostaggio per un’ora e mezza, picchiati e derubati di tutto: soldi, telefoni e macchina. Freilin David Lopez Villa è stato fermato da carabinieri il giorno dopo e ha provato a difendersi: «Mi ricordo solo la rapina, non la violenza. Avevo preso dei funghi allucinogeni raccolti nel parco poco prima».

Il colombiano ha precedenti per minaccia e porto abusivo di coltello, non ha reati specifici e non appartiene a nessuna gang di latinos. In Italia è irregolare, vive un po’ in strada un po’ a casa di una sorella. Gli investigatori lo descrivono come «un balordo». Lo hanno trovato in un giardinetto vicino all’Ortomercato, in una fioriera aveva gettato la pistola giocattolo con cui aveva minacciato i due studenti. A condurre i carabinieri da lui è stato il cellulare di uno dei due ragazzi. Villa lo aveva spento, poi lo ha riacceso lasciando così una traccia nelle celle telefoniche. Ma è stata fondamentale anche la descrizione fornita dai due giovani che hanno saputo dire il colore e la fantasia degli abiti del loro aggressore. La coppia ha descritto perfettamente la felpa con gli inserti catarifrangenti, il cappellino mimetico e i grossi anelli portati da «un giovane sudamericano». La ragazza ha riconosciuto la foto del suo violentatore su Facebook. Gli indumenti del colombiano sono stati trovati a casa della sorella, dove Villa ha passato la notte e si è cambiato. L’auto, invece, l’aveva vicino alla zona dell’aggressione.

ALLA MERCE’ DEL LORO AGGRESSORE
«Dieci anni rappresentano una pena giusta, una condanna adeguata», ha detto dopo la sentenza il padre del ragazzo.
Il giudice Guido Salvini sottolinea che il colombiano nelle indagini «non ha mostrato alcuna resipiscenza per quanto avvenuto e ha continuato a negare i gravissimi fatti commessi», sostenendo di aver «assunto funghi allucinogeni» quella sera, ammettendo solo di aver rubato la macchina dei giovani. Un «mero tentativo», scrive il gup, «di ridurre e giustificare il suo comportamento», violenze durate almeno un’ora e mezza con i ragazzi «fatti spostare lontano nei pressi di un blocco di cemento e poi spogliare completamente nudi, era ancora inverno, completamente alla mercé del loro aggressore».
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