Latina, ecco cosa porta in dote la discarica Ecoambiente del Montello

Latina, ecco cosa porta in dote la discarica Ecoambiente del Montello
di Vittorio Buongiorno
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Venerdì 16 Marzo 2018, 10:41
Per capire cosa ha spinto la Paguro a rilevare la maggioranza delel quote di Ecoambiente vi riproponiamo un articolo uscito il sei febbraio scorso.
IL CASO 
Il rischio che Borgo Montello continui a ospitare una discarica, anzi una maxidiscarica, c’è ed è concreto. Ma se fino a ieri i timori si concentravano su Ind.Eco., sono bastate 24 ore per ribaltare completamente la situazione: il candidato più accreditato per continuare a operare nell’area del Montello è piuttosto Ecoambiente, ovvero la società mista (pubblico-privata) che gestiva la seconda discarica alle porte di Latina.
“S8” ORMAI E’ CHIUSO
Per capire il perché bisogna però fare qualche passo indietro. Intanto su Ind.Eco. Ieri la società ha ribadito che al momento non ha alcuna intenzione di riaprire il sito al conferimento di rifiuti, anche perché non potrebbe. Già, perché la Procura per concedere il dissequestro del sito (a cui aveva apposto i sigilli nell’ambito di una inchiesta per vari reati) ha preteso e ottenuto il capping definitivo dell’invaso S8, l’unico ancora operativo del sito Ind.Eco. Particolare non da poco, poi chiariremo perché. Quindi attualmente Indeco non ha invasi potenzialmente utilizzabili e per tramite del suo avvocato, Luca Giudetti, ribadisce che ha ottenuto in rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale dalla Regione solo ed esclusivamente per continuare lo sfruttamento del biogas prodotto dagli invasi chiusi per la produzione di energia. Salvo poi ammettere che questa è la situazione attuale e resterà tale fino a quando la Regione non deciderà altrimenti.
CONTROLLATA IN LIQUIDAZIONE
E qui entra in gioco Ecoambiente, la società che era di proprietà del Conmune (al 51%) tramite la controllata Latinaambiente fino al fallimento di quest’ultima. Attualmente Ecoambiente è in liquidazione ed è notizia di ieri che la curatela fallimentare rappresentata da Lorenzo Palmerini e Angela Pierro hanno chiesto al giudice delegato di mettere all’asta questo 51% e in caso di responso favorevole procederanno in tempi brevvissimi. Infatti si è fatto avanti un potenziale acquirente che è pronto a rilevare quel 51%, tanto che i curatori hanno immediatamente interrotto le trattative con il socio privato (teoricamente di minoranza) che aveva il diritto di prelazione per l’acquisto di quelle quote.
ESAURITO SOLO IN TEORIA
Chi è che può volere il 51% di una società che possiede una discarica che sulla carta è prossima all’esaurimento? Ovviamente il nome del potenziale acquirente resta riservato, ma è intuibile invece il motivo dell’interesse. Ecoambiente si trova in una posizione differente rispetto a Ind.Eco. Ha un invaso - quello indicato come “B” - che è tecnicamente esaurito - e infatti non riceve più rifiuti da tempo - ma è ancora in coltivazione. Differenza sottile ma sostanziale. La Regione infatti ha approvato una delibera - attualmente sottoposta alla Valutazione Ambientale strategica - che prevede di concedere la possibilità ai gestori di abbancare nuovi rifiuti per circa il 10% del volume su tutti gli invasi ancora in coltivazione, come appunto l’invaso B e non più l’invaso S8. Non solo, Ecoambiente ha presentato da tempo un progetto per aprire un nuovo invaso che potrebbe ospitare un milione di metri cubi di rifiuti e che potrebbe tornare utile laddove la Regione dovesse confermare l’orientamento di non concedere autorizzazioni per nuove discariche, ma solo a siti già in funzione.
Fantascienza? Fino a un certo punto visto che i curatori hanno fissato una base d’asta pari a 1,9 milioni di euro per il 51% della società. La cronaca dimostra infatti che malgrado l’incremento costante della raccolta differenziata e la riduzione dei rifiuti che finiscono negli impianti di trattamento meccanico biologico bisogna pur trovare siti dove smaltire i sovvalli delle lavorazioni.
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