Latina, la lettera di una 16enne commuove il reparto dell'ospedale Goretti: «Voi siete stati la mia cura»

Dopo 10 giorni di ricovero lascia un foglio a medici e infermieri: «Grazie per tutte le volte che mi avete chiamato per nome e non numero...»

Latina, la lettera di una 16enne commuove il reparto dell'ospedale Goretti: «Voi siete stati la mia cura»
di Marco Cusumano
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Mercoledì 24 Gennaio 2024, 11:16 - Ultimo aggiornamento: 11:41

È stata ricoverata dieci giorni nel reparto di Medicina, in una situazione non certo semplice per una ragazza di appena 16 anni. Quando è stata dimessa ha voluto salutare l'intero reparto con una lettera di ringraziamento che ha toccato il cuori di tutti, medici, infermieri e Oss. «Grazie per tutte le volte che mi avete chiamato per nome e non numero... Mi avete fatto sentire accolta e accompagnata e per me siete stati un punto di riferimento». Quando hanno letto le profonde parole della ragazza, tutti in reparto si sono commossi senza riuscire a trattenere qualche lacrima.

«E' stato un momento di grande soddisfazione - commenta il primario Pietro Crispino - perché in quelle parole abbiamo visto riconosciuto il nostro impegno quotidiano per il benessere di tutti i nostri pazienti». «E' vero, ci siamo commossi - commenta la coordinatrice Annamaria Folcarelli - anche perché in questo reparto l'età media è piuttosto avanzata e non è frequente prendersi cura di una ragazza così giovane.

La lettera ci ha fatto capire che, nonostante le difficoltà, riusciamo ad arrivare ai pazienti con la giusta umanità».

E le difficoltà non mancano. Basti pensare che il reparto conta 34 posti letto ai quali si aggiungono quelli "temporanei" per gestire le emergenze, il tutto gestito su turni con appena 2 infermieri. «A volte anche uno solo - aggiunge Tommasina Giuliani, infermiera con una lunga esperienza al Goretti - ma questo non ci scoraggia, anzi ci spinge a dare il massimo nonostante le difficoltà. La lettera della ragazza ci ha riempito il cuore, quelle parole hanno riassunto in maniera esemplare l'empatia che cerchiamo di trasmettere e che spesso, come in questo caso, riceviamo dai pazienti».

Se la sanità finisce sui giornali quasi sempre per disagi e malfunzionamenti, è anche giusto riconoscere i risultati positivi. «Il nostro reparto - spiega Crispino - accoglie pazienti che quasi sempre arrivano dopo un percorso di diagnosi e terapie focalizzati su patologie specifiche. A noi dunque il delicato compito di trattare i pazienti nella loro complessità, affrontando i problemi secondo una visione d'insieme che a volte può essere sottovalutata e invece, a mio avviso, consente di agire in maniera più efficace». Così come è stato fatto con la ragazza.

«Lei ad esempio - continua il primario - è arrivata da noi dopo essere stata al Bambino Gesù senza risolvere il problema. Noi, seppur piccoli, con grande umiltà, abbiamo fatto tutti gli accertamenti immaginabili, trattando l'infezione in maniera efficace. Siamo soddisfatti dei risultati ottenuti dal punto di vista sanitario, ma lo siamo ancora di più per le parole che abbiamo letto sulla lettera. E' stato un bel riconoscimento per un lavoro di squadra a cui teniamo tantissimo».

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