Lo zio di Giuseppe Maiolo: «Per lui avremmo dovuto fare di più»

Lo zio di Giuseppe Maiolo: «Per lui avremmo dovuto fare di più»
di Stefano Cortelletti
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Domenica 10 Marzo 2024, 11:17

FORMIA

«Per Peppe, avremmo potuto fare di più. Noi familiari, le istituzioni, tutti, avremmo potuto agire. Ma ci rendiamo conto di ciò solo ora, quando è troppo tardi per fare qualcosa».
Fabio Artale è lo zio di Giuseppe Maiolo, il ragazzo di 16 anni morto con il suo scooter sulla strada regionale 630 a Formia: giunto in località Vado Ceraso, ha centrato in pieno un autocarro. Portato in eliambulanza all'ospedale Goretti di Latina, è morto poco dopo l'arrivo in ospedale.
Il giovane aveva avuto qualche problema con la giustizia. Per questo a maggio era stato nominato tutore il sindaco Gianluca Taddeo, su decisione del Tribunale dei minori che aveva temporaneamente sospeso la genitorialità alla madre, in una condizione di particolare fragilità e quindi non in grado di occuparsene al meglio, stabilendo anche che dovesse essere collocato in una struttura adeguata alle sue problematiche. Eppure nessuno, il Comune in primis, ha preso provvedimenti. Tanto che Giuseppe quella tragica mattina era in motorino anziché a scuola, dove peraltro nessuno lo aveva iscritto.
Questo il rammarico dello zio Fabio. «Peppe era noto per il suo carattere impulsivo e testardo, ma anche per la sua vitalità e la sua gioia di vivere. Spesso, da un adulto, non avrebbe desiderato null'altro che un abbraccio. Tuttavia, noi "adulti" siamo troppo spesso concentrati su noi stessi, persi nelle nostre vite quotidiane, dimenticando di agire con compassione e attenzione verso i nostri giovani».
Nessuno dei suoi familiari ha potuto ancora salutarlo. Ieri pomeriggio il dottor Fabio Guidato, medico legale nominato dalla procura, ha effettuato l'autopsia sul corpo di Giuseppe. I risultati saranno resi noti tra 60 giorni, ma dalle indiscrezioni emerge che il decesso sarebbe stato causato dalle conseguenze di un politrauma.

IL FUNERALE

Da domani alle 9 sempre al Goretti sarà allestita la camera ardente, mentre i funerali sono previsti per il pomeriggio alle 14.30 nella chiesa di Penitro, il quartiere in cui Giuseppe ha vissuto la sua breve vita e affrontato le difficoltà nonostante le istituzioni avessero gli strumenti per poter fare qualcosa. «Ancora una volta, dobbiamo imparare in silenzio dai nostri giovani, che vedono in Peppe molto più di quanto noi adulti vediamo», è l'amara conclusione di zio Fabio, commosso per l'affetto dimostrato da tanti ragazzi colpiti dalla tragedia.

I SERVIZI SOCIALI

Nel frattempo prosegue l'indagine interna ai servizi sociali comunali per capire che cosa non abbia funzionato nella catena di comunicazioni tra il tribunale dei minori e assistenti sociali. L'avvocato Luca Cupolino, che assiste la mamma di Giuseppe, non usa mezzi termini: «Il ragazzo era sotto la tutela e l'egida di numerose istituzioni pubbliche, locali e non, nessuna delle quali per quasi un anno si è mai realmente curata delle sue necessità di vita di Giuseppe, trattato da invisibile». Comune colpevole anche di aver fatto decadere i benefici della Legge 104, non anendo fatto sottoporre il ragazzo alla visita medica rituale.
Non si sbottona l'assessore ai servizi sociali del Comune di Formia Rosina Nervino, vista la delicatezza del caso e della minore età della vittima: «Gli uffici stanno seguendo la procedura prevista, sicuramente nei prossimi giorni sapremo dire qualcosa di più». Mantiene riserbo l'assessore «trattandosi di una vita molto giovane che non c'è più».

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