Stuprò una studentessa di 18 anni, condannato un 29enne di Latina

Stuprò una studentessa di 18 anni, condannato un 29enne di Latina
di Marco Cusumano
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Domenica 16 Settembre 2018, 11:23 - Ultimo aggiornamento: 18:48
Cinque anni e tre mesi di reclusione per lo stupro ai danni di una studentessa di Anzio in vacanza in provincia di Lecce. La condanna è stata emessa a carico di Daniele Trotta, 29enne di Latina, arrestato con la pesante accusa di aver violentato la 18enne la mattina del 30 agosto 2017 in un villaggio turistico a Marina di Mancaversa, a pochi chilometri da Gallipoli. Il tribunale di Lecce ha accolto la ricostruzione dei fatti del pubblico ministero Roberta Licci che aveva chiesto la condanna a sei anni di carcere, con una lieve riduzione di pena, e una provvisionale di 10.000 euro in attesa del giudizio civile per la quantificazione del risarcimento.

L'imputato, operaio di Latina in vacanza nel Salento, si è sempre dichiarato innocente. La sua versione dei fatti è stata ripetuta in diverse occasioni, sin dal primo interrogatorio davanti alla polizia giudiziaria e poi davanti al gip Edoardo D'Ambrosio al momento della convalida dell'arresto.

Trotta sostiene che quel rapporto sessuale fu consensuale e che la ragazza, a un certo punto, si tirò indietro dicendo che era fidanzata da 4 anni e non voleva proseguire. Il giovane ha spiegato che quella sera era ubriaco e che era entrato nel bungalow cercando un'altra ragazza con cui aveva avuto dei contatti due giorni prima. Nel letto però c'era un'altra giovane che non conosceva neppure, i due avrebbero cominciato a parlare fino ad avere un primo contatto. Durante il successivo rapporto sessuale, però, lei si sarebbe fermata dicendo che non voleva continuare perché era fidanzata. Poi la ragazza, secondo la ricostruzione, è uscita dalla stanza, urlando e dicendo di essere stata stuprata. A quel punto gli amici di lei, che si trovavano nello stesso villaggio, sono intervenuti aggredendo il presunto violentatore che, ubriaco, ha perso i sensi. Infine l'arrivo dei soccorsi e dei carabinieri.

Ben diversa la versione della ragazza: «Quella sera - raccontò pochi giorni dopo - ero in camera da sola e dormivo. All'improvviso ho sentito una persona venirmi addosso. Non riuscivo ad urlare, avevo preso un colpo di freddo e avevo la raucedine, per questo non potevo gridare. Ho cercato di parlare con lui per farlo andar via, gli ho detto: Ma ti rendi conto di quello che stai facendo? Ma perché? Ma purtroppo non mi ha ascoltata, credo fosse ubriaco. Per farlo andare via gli ho detto che non avrei raccontato nulla a nessuno. Appena è uscito invece ho chiesto aiuto».
 
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