Il suicidio dell'avvocato Censi, un'inchiesta lunga un anno tra conti e viaggi in Svizzera

L'avvocato Paolo Censi
di Marco Cusumano
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Venerdì 23 Dicembre 2016, 09:22 - Ultimo aggiornamento: 27 Novembre, 12:39
Un anno fa l'avvocato Paolo Censi si suicidò nel suo studio in piazza Buozzi davanti al tribunale di Latina. Dopo l'iniziale incredulità di amici e colleghi, man mano che passavano le settimane, si cominciò a capire che forse, dietro quella morte, non c'era proprio nulla di personale. Nessun problema di salute, nessuna depressione. Ma forse c'erano gravi problemi legati all'attività professionale dell'avvocato.

L'indagine della Procura di Latina, ancora aperta, si orientò subito verso questa direzione, portando gli investigatori ad effettuare una serie di verifiche su un enorme movimento di denaro tra l'Italia e la Svizzera. Si parla di milioni di euro che, forse, l'avvocato tentò di riportare in Italia dalla Svizzera con la voluntary disclosure. A chi appartenevano quei soldi? Chi altro è coinvolto in questa vicenda?

Domande ancora senza risposta, anche se le indagini sembrano aver raccolto elementi molto dettagliati che potrebbero portare a imminenti sviluppi. Qualcosa però si può affermare con relativa certezza. Innanzitutto è noto che il suicidio di Paolo Censi è oggetto di una indagine parallela a quella dell'inchiesta Starter che riguarda il Latina Calcio, il deputato Pasquale Maietta, la ex presidente Paola Cavicchi, i suoi figli e altre persone con ruoli diversi.
Nell'ambito dell'indagine Starter la Procura ha chiesto e ottenuto il sequestro di conti e immobili per circa 2 milioni di euro nei confronti della società sportiva e del parlamentare che tra l'altro è stato indagato anche nell'inchiesta Don't touch per i suoi legami con il capo del clan, Costantino Cha-Cha Di Silvio.

Ma torniamo a Censi. La Procura di Latina, nei mesi scorsi, avviò una rogatoria arrivando a setacciare conti, società e attività finanziarie in Svizzera. Il sostituto procuratore Luigia Spinelli volò in terra elvetica insieme al capo della Mobile Antonio Galante e al capitano della Guardia di Finanza Alice Raffo del Nucleo di polizia Tributaria. L'indagine non è stata semplice, perché non è semplice seguire un così enorme flusso di denaro, specialmente quando c'è di mezzo un Paese noto per la riservatezza in tema di finanza.

Anche se, è bene ricordarlo, la Svizzera ha siglato l'accordo per lo scambio di informazioni fiscali nel 2015, accordo operativo dal 13 luglio di quest'anno. In questo caso però, non si parla solo di fisco, ma di un reato penale, l'autoriciclaggio, che consiste nell'attività di occultamento dei proventi derivanti da crimini propri. Un reato che, in genere, viene contestato in seguito ad altri reati come evasione fiscale, corruzione o appropriazione di beni sociali. Non sappiamo, naturalmente, quale sia l'esatta contestazione ipotizzata dalla Procura di Latina nell'ambito delle indagini in corso.

Forse solo la chiusura di questa inchiesta potrà finalmente spiegarci perché Censi abbia deciso di suicidarsi: veniva minacciato? Ma ci rivelerà anche chi sono gli imprenditori e i professionisti che hanno beneficiato dei suoi servizi. Sono risposte che a Latina potrebbero far tremare più di qualcuno.

Marco Cusumano
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